Fari della giustizia puntati sui presunti finanziamenti illeciti dalla Libia all’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, e sulla ‘paghetta’ che l’ex premier spagnolo, Jose Maria Aznar, si sarebbe fatto versare dal Partito popolare (PP) in Spagna. Per quanto riguarda il primo caso, e’ stata aperta dalla magistratura transalpina un’inchiesta sulle accuse di finanziamento, nel 2007, da parte della Libia di Gheddafi alla campagna elettorale che porto’ Sarkozy all’Eliseo. Ironia della sorte, fu proprio l’ex inquilino dell’Eliseo a promuovere, qualche anno dopo, l’intervento militare internazionale che porto’ alla caduta del colonnello libico. L’inchiesta, si apprende da fonti giudiziarie, e’ stata aperta contro ignoti per corruzione attiva e passiva, traffico di influenze, falso, appropriazione indebita e riciclaggio. Il faccendiere franco-libanese Ziad Takieddine aveva dichiaro’ lo scorso 19 dicembre di avere in mano le prove del finanziamento da parte della Libia della campagna elettorale di Sarkozy. Il 22 marzo, l’ex presidente – che dopo la vittoria di Francois Hollande nelle scorse presidenziali e’ uscito dalla scena politica, anche se ogni tanto fa’ sentire la sua voce – e’ gia’ stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito di un’altra inchiesta, quella legata a Liliane Bettencourt, l’anziana miliardaria erede dell’Oreal. Sarkozy e’ sospettato di aver approfittato della debolezza psicologica dell’anziana signora per intascare mazzette che sarebbero servite a finanziare la sua campagna presidenziale del 2007.
Quanto ad Aznar, l’accusa e’ completamente diversa, ma non meno grave. L’ex premier spagnolo avrebbe percepito agli inizi degli anni ’90 una ‘paghetta’ extra di tremila euro al mese dal Partito Popolare, al margine dello stipendio di deputato, contabilizzata come spese di rappresentanza, secondo quanto emerge dagli atti dell’inchiesta ‘Barcenas’ citati oggi da El Pais. I pagamenti, che riguardano anche altri dirigenti del partito, come l’attuale ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, l’attuale ministro della sanita’, Ana Mato, e Javier Arenas, figurano nella contabilita’ che il PP ha inviato all’Audiencia Nacional, nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta contabilita’ al nero del partito, che coinvolge l’ex tesoriere e senatore Luis Barcenas.
L’ex presidente del governo spagnolo avrebbe intascato nel 1990 mezzo milione di pesetas al mese, pari a tremila euro, in spese di rappresentanza; una somma che nel 1992 – secondo quanto riferisce El Pais – fu elevata a oltre 10 milioni di pesetas. Nel suo interrogatorio davanti al Pm che istruisce il caso, Luis Barcenas avrebbe assicurato che il PP dichiarava tali pagamenti come spese di rappresentanza sulle quali si applicava una trattenuta del 21%, inferiore al 35% altrimenti previsto per i redditi da lavoro. Il PP, secondo quanto racconta il giornale, ha minacciato di presentare querele ai media che pubblicano il contenuto dell’istruttoria del ‘caso Barcenas’.
































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