Sul “Corriere della Sera” Attilio Befera risponde, alquanto alterato, alle precisazioni che il più grande giornalista liberale che l’Italia abbia, Piero Ostellino, aveva fatto sabato scorso nella sua rubrica “il dubbio” a proposito dell’attività di Equitalia, paragonata ad un Dipartimento di inquisizione social economico di stampo sovietico. Chiariamo il punto e poi poniamo delle domande a chi di dovere.
Equitalia è una Società per Azioni, a totale capitale pubblico: 51% dell’Agenzia delle Entrate (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e 49% dell’INPS (Ministero del lavoro e politiche Sociali) ed è incaricata dell’esercizio dell’attività di riscossione nazionale dei tributi e contributi con il fine, in aggiunta, di realizzare una maggiore equità fiscale.
Ho esposto anch’io il seguente “dubbio” a parecchi esimi professori e giornalisti del “mestiere” fin dal 2010: “Secondo i dettami costituzionali è legale un simile papocchio ibrido societario?”. Solo Piero Ostellino, attento controllore dello Stato di Diritto, mi rispose affermando che il più grosso inconveniente di una simile Società privata – pur essendo composta da azionisti dello Stato – che gestisce denaro pubblico, consisteva nell’impossibilità da parte Corte dei Conti di effettuare gli opportuni controlli all’interno della stessa Società, sia sulla movimentazione del denaro, che sul management societario (nomine, stipendi o con le direttive interne) in quanto la Corte dei Conti ha il compito di controllo amministrativo esclusivamente limitato al campo pubblico.
Equitalia è in pratica un ossimoro costituzionale, in quanto è sì “privata”, ma vive e vegeta con il capitale pubblico.
Domando, pertanto, ai Ministri dell’Economia e della Finanza ed al Presidente della Repubblica, quale sommo tutore della Sacra Costituzione, appena osannata in Teatro: chi controlla tale Società che lavora su commissione dello Stato, con i soldi dello Stato, avendo acquisito, in pratica, la funzione di controllore e controllata di se stessa? Se si aggiunge, poi, che il Direttore (dirigente statale) dell’Agenzia delle Entrate (Befera), ricopre anche la carica (illegale per uno statale) di Presidente di una società (privata) S.p.A. Equitalia, che dipende (paradosso) da se stesso, si arriva a concepire un’aberrazione istituzionale legalizzata, assolutamente inconcepibile in uno Stato di Diritto!
Domanda costruttiva: ma perché i due Ministeri interessati non hanno creato un’Agenzia Interministeriale che svolgesse più economicamente le funzioni di riscossione direttamente, avendone tra l’altro tutti i requisiti di diritto pubblico (legali) per intervenire sul cittadino? Dovrebbe essere tutto più semplice, economico… e costituzionale!
































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