"Faccio un altro lavoro, che mi piace e non mi va di cambiare", "resisto, non ci sono dubbi, è come quando si grida al lupo, al lupo. Ecco, io sono il lupo che non arriverà. Ho fatto 15 anni fa l’assessore con Albertini, allora Milano cambiava, ero più giovane". Così Paolo Del Debbio, in una intervista a Repubblica, commenta le sollecitazioni per la sua candidatura a sindaco di Milano che vengono, oltre che da Berlusconi, anche da Matteo Salvini. E sostiene che il centrodestra deve "trovare un nome, sinora nessuno è potabile".
Salvini? "Non gli conviene, ha davanti a sé la strada nazionale, magari tra un po’ questo gran consenso diminuisce, deve sfruttarlo subito andando a Roma". E nel centrosinistra? "Hanno uomini oggettivamente preparati, sia Fiano sia Majorino sono competenti, hanno esperienza, idee, e si trovano di fronte proprio i due problemi oggi molto sentiti a Milano, le periferie e la sicurezza. Ma hanno carisma per fare i sindaci?".
Un "papa straniero"? "Renzi può imporre nomi, certo. Ma chi? Farinetti che magari ci fa un Mileataly? O Petrini che fa crescere un orto in piazza Duomo? Quali nomi? De Bortoli, dicono. Una persona squisita, ma chi lo vota? Già gli hanno fatto lo scherzo di bocciarlo alla Rai". E un Berlusconi sindaco? "Dall’idea è attratto, lo posso garantire. Vuole lasciare un’impronta sulla città, come i leader francesi che dopo il governo e le esperienze internazionali diventano sindaci. Io lo sconsiglierei, è faticoso, ma potrebbe vincere".
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