I leader dei tre partiti che formano la coalizione di governo hanno raggiunto finalmente un’intesa per finalizzare il pacchetto di tagli alla spesa pubblica per 11,5 miliardi di euro chiesti dalla troika. L’accordo e’ arrivato al termine della seconda, sofferta riunione di questo genere in tre giorni nel corso della quale il primo ministro Antonis Samaras ha dovuto faticare non poco per vincere le riserve che i suoi due partner nella coalizione – Evangelos Venizelos del Pasok e Fotis Kouvelis di Sinistra Democratica – avevano e tuttora hanno sui tagli che i creditori internazionali chiedono al governo di Atene.
"Le proposte del premier sono state accettate dai leader politici", ha detto ai giornalisti il ministro delle Finanze Yannis Stournaras al termine di un incontro durato quasi tre ore durante il quale, da New York, era arrivato anche un segnale incoraggiante dal Fondo Monetario Internazionale. Infatti Christine Lagarde, direttore generale del Fmi, pur ribadendo che Atene ha ancora molto da fare in termini di riforme strutturali, ha affermato che il Fondo "non abbandonera’ mai il tavolo delle trattative con la Grecia".
Da parte sua, il leader socialista Venizelos ha ribadito che – a suo parere – la Grecia deve chiedere piu’ tempo per raggiungere gli obiettivi fissati dal memorandum ma che, per il bene del Paese, per ora e’ disposto a mettere la parte la propria richiesta. Kouvelis ha dichiarato dal canto suo che durante la discussione odierna "non si e’ parlato di cifre precise" ma si e’ detto comunque ottimista sul fatto che quanto concordato non andra’ a colpire ulteriormente le fasce piu’ vulnerabili della popolazione.
L’incontro tripartito di oggi si e’ tenuto mentre ad Atene si trovano ancora i funzionari della troika (Eu, Fmi e Bce) rimasti in Grecia per monitorare lo stato di avanzamento delle riforme chieste dai creditori internazionali e all’indomani dell’allarme lanciato alla Tv dal vice ministro delle Finanze Christos Staikouras secondo cui "le riserve disponibili dello Stato sono quasi a zero". In altre parole, se non arrivano quanto prima altri prestiti, gia’ alla fine di agosto stipendi e pensioni dei dipendenti statali potrebbero essere a rischio.
E’ anche per sottolineare questo rischio che ieri Samaras si era incontrato con i funzionari della troika, ai quali – secondo fonti vicine all’esecutivo – ha assicurato che i tagli sarebbero stati concordati questa settimana e precisati nei dettagli entro la prossima. Secondo Samaras, infatti, la decisione sui tagli arrivata questa sera era un passo cruciale per ottenere dalla troika un rapporto favorevole in grado di garantire alla Grecia ulteriori prestiti dall’eurozona e dal Fmi. Tuttavia Venizelos e Kouvelis, da parte loro, mantengono le loro riserve ad accettare ulteriori tagli a stipendi e pensioni. Secondo i due leader, infatti, l’adozione di una tale misura rischia solo di aggravare la già pesante recessione del Paese. Anche Venizelos aveva incontrato ieri i funzionari della troika per sottoporre loro il suo piano che prevede tagli per soli 6,5 miliardi di euro da concordare ora ma da attuare nell’arco dei prossimi due anni. Il leader del Pasok suggerisce che i tagli rimanenti vengano effettuati nel corso del biennio 2015-2016 sempre che la troika accetti di estendere il periodo di aggiustamento fiscale della Grecia per due anni.
































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