La logica impone che, fra Emirates team New Zealand e Luna Rossa, non ci sia partita. Anzi, regata. Visto che si parla della finale della Louis Vuitton cup, l’ultimo duello fra gli sfidanti, prima dell’assalto all’America’s cup, giunta alla 34/a edizione e messa in palio da Bmw Oracle, che la strappo’ nel 2010 ad Alinghi. La finale del trofeo messo in palio da ‘maison francaise’, di fatto, e’ un remake di quella andata in scena sei anni fa, nel mare di Valencia: allora i ‘kiwi’ erano (forse) meno favoriti, ma adesso – in questo scontro fra catamarani-monstre – l’equipaggio italiano si trova davanti un Everest da scalare, a mani nude e senza bombole d’ossigeno.
Una sfida impossibile, insomma, quella in programma da domani, al meglio delle 13 regate. Prova ne sia che Bertelli e soci hanno bussato alla porta di Grant Dalton, patron del team neozelandese, prima di mettere in acqua la propria ‘freccia d’argento’ varata ad Auckland (sempre nella ‘Terra di mezzo’) a ottobre 2012. E che dire dei consigli chiesti a Dean Barker e alla sua ‘ciurma’? E degli allenamenti nella baia di Hauraki? Luna Rossa non e’ piu’ Davide che sogna di piegare la potenza di Golia e, secondo quanto visto nei Round Robin, dovra’ cercare di limitare il divario aerodinamico. Il resto fa parte dell’imponderabile. Se a questo si aggiunge che i neozelandesi sono i veri precettori del match race, l’uno contro uno che rende la vela uno sport appassionante anche solo per chi lo guarda in tv, comodamente seduto a casa, allora diventa davvero dura. "La nostra e’ una barca di prima generazione. Anche se esteticamente sembrano uguali, ci sono diverse differenze – ha spiegato il timoniere di Luna Rossa, Chris Draper -. Se ci fosse la possibilita’ di mettere mano al progetto, alcune parti le vorremmo differenti. E’ questo, credo, il grosso lavoro che hanno fatto tra la prima e la seconda barca. Al tempo stesso non c’era nessun altro progetto in vendita quando e’ stato il momento di scegliere".
"Le cose sono molto diverse rispetto ai Round Robin e alle semifinali – ha detto Dean Barker, skipper ‘kiwi’ – Sara’ molto importante partire davanti e girare la prima boa al comando. Abbiamo visto che chi insegue fa fatica a guadagnare terreno al punto da poter davvero attaccare il leader. Un buon vantaggio accumulato nelle fasi iniziali puo’ servire veramente a chiudere la partita".
































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