Il congresso, come lo show, deve andare avanti. Ne’ il tesseramento puo’ essere stoppato, salvo la situazione degenerasse ulteriormente, per non alzare oltre la soglia il livello dello scontro interno al partito. Sarebbe questo l’orientamento al vertice del Pd davanti al caos tessere mentre tra i candidati e’ scambio di accuse incrociate: Matteo Renzi non vuole che si cambino le regole in corsa e sfida Gianni Cuperlo a fare i nomi degli "inquinatori" mentre l’ex diessino chiede di correggere l’errore sull’apertura delle iscrizioni per evitare un danno alla "dignità" del Pd.
Le denunce sul tesseramento gonfiato, in realta’, sembrano per ora concentrarsi in una decina di realta’ locali. Tre dei quattro candidati alla segreteria provinciale di Frosinone si sono autosospesi davanti a fenomeni di moltiplicazione record delle tessere, come ad esempio in un circolo dove si e’ passati in tre ore da trenta a centocinquanta iscritti. A Cosenza il candidato renziano Franco Laratta, autosospesosi, denuncia "il Vietnam del Pd" nel capoluogo calabrese. In Puglia, nonostante l’allarme del segretario regionale Sergio Blasi e le molte polemiche, la presidente della commissione regionale di garanzia, Loredana Legrottaglie, dichiara di "non aver registrato anomalie o irregolarita’, ne’ di aver ricevuto denunce". La situazione pugliese, pero’, preoccupa molti al punto che il deputato pugliese Dario Ginefra, piu’ che sospendere il tesseramento, propone provocatoriamente di inibire con la sospensione i signori delle tessere che cosi’ non potrebbero "riscuotere" al momento della compilazione delle liste elettorali. Ma il timore di molti e’ che la situazione possa peggiorare man mano che la sfida va avanti in vista delle primarie nazionali dell’8 dicembre. E anche le accuse incrociate di alimentare in modo irregolare il tesseramento.
A puntare l’indice contro tutti e’ Pippo Civati, non sostenuto da "padrini" politici: "E’ incredibile e molto ipocrita che a scandalizzarsi per il tesseramento gonfiato sia proprio chi ha tra i propri sostenitori e candidati sul territorio i signori delle tessere". Un’accusa che il coordinatore della campagna di Cuperlo, Patrizio Mecacci, non accetta: "Se le cose non funzionano si possono e si devono cambiare. Lasciare che tutto degeneri e’ da irresponsabili". All’attacco di chi chiede lo stop al tesseramento vanno i renziani, che rivendicano la vittoria di aver aperto le iscrizioni fino all’ultimo e che temono un allungamento dei tempi congressuali: "Se Gianni Cuperlo – sostiene Dario Nardella – ha notizie precise, faccia i nomi e si appelli agli organi di garanzia. Di certo cambiare le regole in corsa sui congressi e’ impossibile". Ma Giuseppe Fioroni invita Renzi a non minimizzare: "Se con le tessere a pagamento nei congressi Pd succede questo, alle primarie a basso costo che succedera’? Un congresso pieno di brogli ci consegna un segretario appannato, con molte ombre e poche luci".
































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