"Non considero un flop queste primarie, considerata la situazione e cioè lo scandalo di Mafia Capitale e l’esperienza di Marino. Tuttavia non faccio finta di non vedere il problema che evidentemente c’è", "bisogna ricominciare a parlare con le persone, per questo sto girando in largo e lungo la città, da Ostia a Tor Bella Monaca, ascolto tutti e ci metto la faccia anche se è da più di dieci anni che non mi occupo dell’amministrazione cittadina. Sa cosa mi dice la gente? Non vuole più promesse". Lo afferma il candidato del Pd a sindaco di Roma Roberto Giachetti in una intervista al Tempo. E ribadisce che "ho già detto che chiederò al Governo l’apertura di un tavolo di trattativa su metropolitane, debito e sicurezza", "faccio lo stesso discorso che Renzi fa all’Europa. Noi facciamo i compiti a casa ma anche lui deve fare la sua parte. Tra le mie poche qualità le garantisco c’è quella della determinazione, non a caso ho fatto 123 giorni di sciopero della fame per la legge elettorale".
Da tempo si parla di privatizzare l’Atac, cosa ne pensa? "Non ho furore per le privatizzazioni ma neanche pregiudizio. Penso tuttavia che solo un pazzo o un ebete possa pensare di privatizzare un’azienda decotta". Inoltre aggiunge che "tra le prime cose che farò, se eletto sindaco, ci sarà proprio quella di dare autonomia ai Municipi e responsabilità alla classe dirigente che si trova a gestire territori grandi come città ma senza poteri e strumenti. Una vera follia".
I criteri sulle liste "li stabilisce il partito, io ho chiesto solo di dare un segnale chiaro. Sono un garantista, e la mia storia lo conferma, ma ci sono dei momenti in cui la politica e l’opportunità politica devono avere la precedenza. In questo momento la politica ha bisogno di chiarezza e per questo chi ha problemi perché indagato o ci sono ombre sul proprio operato dovrebbe farsi da parte senza neanche porre il problema della candidatura".
Questo vale dunque anche per la famosa lista dei 101 che la commissione prefettizia su Mafia Capitale consegnò a Gabrielli? "Si, certo, anche per quelli". In caso di ballottaggio anticipa poi a quali elettori si rivolgerà: "Mi chiamo fuori dai giochi di palazzo. Io parlo a tutti i romani, a quelli di Sel, di Marchini, dei 5 Stelle, del centrodestra perché a differenza delle elezioni nazionali, quelle amministrative consentono di votare sui progetti concreti per la città".
































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