Poco piu’ di dieci giorni fa, anche in appello, Danilo Restivo veniva condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio di Elisa Claps. Ma la storia di Elisa, uccisa a soli 16 anni, il 12 settembre 1993, e i cui resti sono stati ritrovati 17 anni dopo nel sottotetto della Chiesa della SS Trinita’ di Potenza, non e’ stata ancora del tutto raccontata. E il processo che oggi ha visto la sua prima udienza, potrebbe finalmente mettere la parola fine. Perche’ e’ un processo che dovrebbe far luce sul ritrovamento dei resti di Elisa. E, quindi, anche su chi, per 17 anni, forse di quei resti sapeva ma non ha detto mai nulla.
Ad oggi le imputate sono due, mamma e figlia: Margherita Santarsiero e Annalisa Lo Vito. Erano le addette alle pulizie della chiesa della SS Trinita’ quando i resti di Elisa furono trovati, il 17 marzo 2010. Sono imputate per false dichiarazioni al pm. Secondo l’accusa e’ successo questo. Le due donne si recarono in quel sottotetto alcune settimane prima del ritrovamento ufficiale: videro i resti e raccontarono tutto all’allora parroco don Wagno, circostanza confermata da quest’ultimo. Poi, pero’, le due donne hanno negato tutto. E in qualche modo lo hanno fatto anche oggi. In aula non c’erano, la mamma e la figlia. Ma attraverso il loro legale hanno ribadito che ‘in quel sottotetto non ci sono mai state e i resti di Elisa non li hanno mai visti’. Il processo lo verifichera’, come chiarira’ le posizioni di altre persone coinvolte in questa strana vicenda del ritrovamento. E’ lunga la lista dei testi: e tanti, quasi tutti, sono gli esponenti del mondo della chiesa.
E’ dal 26 settembre che si entrera’ nel vivo. Per un difetto di notifica del decreto di citazione alle imputate (fotocopie fatte male e capo di imputazione incompleto), il processo e’ slittato a dopo l’estate. Sara’ a partire da allora che al Tribunale di Salerno, davanti al giudice monocratico Antonio Cantillo, si alterneranno i testi. Il vescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo, tanto per iniziare. Don Wagno chiamo’ proprio lui per dirgli che nel sottotetto era stato ritrovato un cranio ma, cosi’ ha raccontato il vescovo, nel corso di quella telefonata non capi’ cranio ma ucraino. E poi, ci sara’ anche il questore di Potenza, Romolo Panico: la difesa dei Claps – che ha fatto richiesta di costituirsi parte civile, richiesta in merito alla quale il legale delle imputate ha posto un’eccezione – vuole far luce sulla conferenza stampa che fu indetta con il vescovo di Potenza dopo il ritrovamento di Elisa e che poi fu annullata.
Ci saranno inoltre seminaristi, parroci di Potenza, tecnici e operai che eseguirono i lavori in quel sottotetto. Le perizie lo hanno dimostrato: il corpo di Elisa e’ stato ritrovato da qualcuno, o anche da piu’ di uno, prima di quel 17 marzo 2010. Forse, questa la speranza dei Claps, si capira’ chi e perche’ e’ rimasto in silenzio, per ben 17 anni.
































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