Pippo Civati, leader della minoranza Pd, è pronto a lasciare il partito. "C’è disagio… Dopo il caos primarie liguri non ha perso la pazienza solo Sergio Cofferati. Il partito ha avuto un calo nei consensi e parte dei miei elettori nel Pd non ci crede più", perché la verità è che il Pd "ormai è un partito di centrodestra".
Intervistato dal Quotidiano nazionale, Civati prevede che ci sarà lo strappo dei dissidenti in "primavera" che saranno "sotto i dieci" ma, assicura, che non ci saranno "ricatti" in occasione dell’elezione del capo dello Stato. E aggiunge: "Non ho chiesto ai miei di uscire dal partito, ma come me c’è chi non regge più. Il deputato genovese Luigi Pastorino, ad esempio".
Cosa accadrà dunque? Nascerà un nuovo e "grande" partito di sinistra: "Ci sono tante anime in ballo. Sel si rilancia la prossima settimana e c’è l’ala sindacale di Sergio Cofferati e Maurizio Landini". Inoltre "l’esperienza greca di Syriza di Alexis Tsipras va tenuta in considerazione".
Su Fassina, il quale sostiene che resterà a lottare dentro il partito, commenta: "Credo che lui, Cuperlo, Boccia, Bindi, Bersani di fronte a un governo che procede un giorno con un salva bilancio e un altro con un salva Berlusconi alla fine si stancheranno".
Sui tempi dello strappo della minoranza Civati mostra invece più cautela in una intervista al Messaggero: "E’ un valutazione che probabilmente si farà con l’approssimarsi del voto di maggio, e da cui dipenderà anche la permanenza di alcuni all’interno del Pd".
































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