Nel videoblog di questa settimana vi parlo di “cittadinanza” e del dibattito parlamentare su questo tema. La questione merita di essere trattata con chiarezza e serietà, al di fuori degli schemi polemici e demagogici. In queste ultime settimane, del resto, se ne è parlato molto.
In Senato, come sapete, è in discussione la proposta di legge (già approvata alla Camera) che introduce nel nostro paese il principio dello jus soli mitigato per i figli di immigrati nati o cresciuti regolarmente residenti in Italia. Si tratta di una proposta di legge ragionevole che riconosce un diritto fondamentale per i tanti giovani nati e cresciuti in Italia.
C’è poi la riforma della legge 91 del 1992 sulla cittadinanza che riguarda i nostri connazionali all’estero con diverse proposte di legge già presentate, compresa la mia.
Si tratta di due aspetti legati dalla legge ma diversi per ragioni storiche, culturali e politiche ed è sbagliato creare confusione e alimentare polemiche strumentali come hanno fatto il MAIE e Forza Italia.
Il Governo, occorre ribadirlo, non ha detto no alla riapertura dei termini e il Parlamento vuole distinguere i due momenti. Da un lato riconoscere a chi vive in Italia con regolare permesso di soggiorno, lavora, studia, paga le tasse, in sostanza è nel pieno del processo di integrazione, la possibilità della concessione ai figli la cittadinanza italiana, dopo cinque anni. Dall’altro, riconoscere che cinque anni, dal 1992 al 1997, non sono stati sufficienti per dare efficacia alla norma che consente la cittadinanza multipla.
Se informiamo invece di fare inutili polemiche facciamo un servizio al Paese.
Un caro saluto,
Marco Fedi
Deputato Pd eletto all’estero e residente in Australia
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