Il cinema in questi tempi di crisi. Quello nelle sale cinematografiche italiane a cavallo di Natale e l’Epifania. Dove siamo andati e che cosa abbiamo visto. E soprattutto proviamo a capire se tornano i conti dei produttori cinematografici e dei gestori delle sale, in presenza dell’avvento di una nuova era. Questa postuma all’addio, almeno si spera, al classico, squallido cinepanettone guarnito di battute volgari, linguaggio pesante, doppi sensi, e bei sederi e belle tette ammannite in quantità industriali. In questo senso andrebbero perciò banditi i ritorni al recente passato ed eventuali crisi di rigetto. Riteniamolo morto, il genere: riposi in pace quella specie di film della serie “Natale a…”.
A Natale gli italiani amanti del film d’evasione si sono rifatti parzialmente la bocca con la commedia leggera. Ma con quale risultato ai botteghini? Sotto questo aspetto, non si può definire entusiasmante il bilancio relativo al periodo compreso tra il 13 dicembre e i primi giorni di gennaio. Natale e la Befana al cinema hanno registrato il calo del numero degli spettatori e di conseguenza degli incassi.
Questi i numeri: 5 milioni di euro in meno in cassa rispetto al corrispondente periodo del 2011. Dieci milioni e 550 mila i biglietti venduti a fronte di 11 milioni e 400 mila l’anno scorso. La qualità del prodotto offerto è lievitata; sono calati gli incassi. Un mezzo flop imputabile in esclusiva alla crisi economica, non a una forma di rifiuto da parte degli italiani. Nessuna ritorsione o protesta verso il cinema: portafogli meno vuoti avrebbero indotto le famiglie italiane a spendere per vedere un buon film, a margine del pranzo di Natale o il primo giorno del nuovo anno. Meno 7,9% biglietti venduti rispetto al 2011. Incassi dimagriti, piange il botteghino.
L’eccezione è rappresentata da “Hobbit” della ciurma neozelandese, proprietario del miglior incasso: 15 milioni e 532 mila euro e una quota di mercato del 17,68%. La Nuova Zelanda al vertice, poi la produzione italiana eccellente seconda. La classifica finale indica nel cinema americano il grande sconfitto. I film prodotti negli States non hanno incontrato il gradimento degli italiani, votati in questa circostanza al nazionalismo cinematografico nel periodo tra il 13 dicembre e il 6 gennaio. No al cinepanettone, sì alla commedia all’italiana, fresca e leggera. Messi in un canto venti anni di “Natale a…”, appare evidente e solare, il rilancio dei fratelli Vanzina. Sanno fare cinema e i consensi ne hanno scandito l’ultima fatica, nel week end della Befana, a fronte del malanno generale: la moria di spettatori.
Enorme carica di simpatia nazionalpopolare ha garantito il successo anche a Christian De Sica, l’orfano più cospicuo del vecchio cinepanettone: è riuscito a gioco lungo a far fruttare la lezione del suo grande papà Vittorio. La separazione ormai datata non è tornata di conto all’ex gemello Massimo Boldi. Cinque film italiani sono presenti quest’anno nella top ten degli incassi, per un introito complessivo di 31 milioni e 418 mila. Davvero niente male e comunque +31% rispetto ai tre film presenti tra i primi dieci l’anno scorso. Quota di mercato 51,71% per biglietti venduti; i film Usa sono al 28,36%, un flop rispetto al 35,38% del 2011. Il neozelandese “Hobbit” su podio più alto, a seguire tanta Italia, solo Italia. Prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentiis per la Filmauro, “Colpi di fulmine” ha incassato 9 milioni 696 mila euro e la conferma che si può fare cinema senza ricorrere ai big, ai doppi sensi, alle parolacce, alle tette e alle cosce in perenne bella vista. Ha incontrato il gradimento la commedia diretta da Neri Parenti, interpretata con classe e misura da Christian De Sica, Luisa Ranieri, Anna Foglietta, Lillo e Greg: il film più visto durante le feste con punte record a Natale e Capodanno. “I soliti idioti” ha contato al botteghino 8 milioni 452 mila euro. Poi, “Tutto tutto niente niente”, 8 milioni 450 mila, la “Vita di Pi” (6.362.000) e “Ralph Spaccatutto” I primi della classifica non sono stati più tali nel week end della Befana. La “commedia delicata” dei Vanzina è schizzata più in alto di tutti, sistemandosi in cima alla classifica di quei giorni. I fratelli l’hanno azzeccata un’altra volta, dopo aver saltato (o evitato, vai a sapere) la competizione e la corrida natalizia nelle sale cinematografiche d’Italia. Una scelta che ha pagato in termini di numeri e di biglietti venduti: è piaciuta l’idea del quintetto di cinque fratelli impegnati a ritrovarsi sulla strada dall’altra parte dell’Oceano.
La new entry dei fratelli Vanzina, a ben vedere, ha funzionato da una sorta di traino alla novità di Giuseppe Tornatore. Pippuzzo ha firmato un thrillerpsicologico e mittleuropeo. Ma questa è un’altra storia. Un altro tipo di film.
































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