Maria Chiara Prodi, Segretaria generale del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, durante il punto stampa alla Farnesina al termine del Comitato di Presidenza del CGIE, riunitosi in questi giorni a Roma, ha dichiarato: “Il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo Giorgio Silli ci ha fornito i numeri aggiornati degli iscritti all’Aire, che sono 7 milioni e 300 mila: è impressionante la velocità con cui questo numero aumenta. L’unica risposta possibile è un lavoro congiunto delle istituzioni per far fronte a tutte le problematiche che questa cifra comporta”.
“Abbiamo incontrato le commissioni Esteri di Camera e Senato e la Bilancio di Palazzo Madama – ricorda Prodi – e abbiamo voluto cercare l’interlocuzione con tutti i gruppi parlamentari affinché il tema degli italiani all’estero non sia confinato in logiche ghettizzanti, c’è bisogno che tutto il paese riesca a comprendere la necessità di mantenere i rapporti con gli italiani all’estero e capire che sono una ‘miniera d’oro’ per lo sviluppo del paese”.
Quella degli italiani all’estero “non è una questione marginale – prosegue la segretaria generale del CGIE – e tutte le volte che abbiamo potuto spiegare il nostro lavoro, lo sguardo su di noi è cambiato. Ecco perché è importante incontrare tutti gli organi parlamentari, il Cnel con cui abbiamo firmato un accordo, le regioni. Stiamo facendo un lavoro sistematico per fare in modo che questo sguardo cambi”.
Entrando nello specifico, Prodi spiega i temi trattati: legge di bilancio, legge sulla cittadinanza (“Insisteremo sulle necessarie modifiche”), voto all’estero, incentivi di rientro. Ma anche lingua e cultura, storia dell’emigrazione e riforma del CGIE.
“È necessario che venga rispettata la nostra legge istitutiva”, evidenzia Prodi, ricordando l’obbligatorietà di chiedere pareri al Consiglio generale quando si trattano i temi legati agli italiani all’estero e della convocazione della Conferenza Stato-Regioni-Province autonome-CGIE.
In particolare, sulla sicurezza del voto, Prodi ha sottolineato che “non bisogna criminalizzare gli Italiani all’estero”, mentre le proposte avanzate per incentivare il rientro in Italia “sono a costo zero per il Paese”.






























