Stizza, rabbia, grida e insulti: il Pdl reagisce con rara virulenza ad un’intervista di Guglielmo Epifani in cui il segretario del Pd preannuncia che non ci saranno ciambelle di salvataggio per il Berlusconi condannato. Giornata ad alta tensione tra i due principali partiti della coalizione di governo, ad un passo dalla rottura.
La mattina si apre con lo sfoglio dei quotidiani, ed a pagina 5 del "Corriere della Sera" ecco che Epifani che mette in chiaro: "La legge e’ uguale per tutti". Principio base del diritto naturale, ma che tradotto nell’oggi vuol dire: nessuno sconto a Berlusconi, che deve accettare i fatti, fare un passo indietro e lasciare la politica. E per questo il Pd e’ pronto a tutto, perche’ anche le larghe intese che sostengono il governo non possono avere la precedenza sui fondamenti del diritto. E’ talmente granitico nel suo ragionamento, Epifani, da ribadire che comunque il governo deve andare avanti, che da settembre si deve partire a tutto gas con la riforma della legge elettorale e il conflitto d’interessi e che "Noi non ci facciamo tirare per il bavero".
A stretto giro di posta arriva lo tsunami delle reazioni. Eccone una selezione: "Craxi diceva che i sindacalisti quando fanno i sindacalisti sono dei grandissimi rompicoglioni, quando entrano in politica restano dei grandissimi coglioni" (Maurizio Bianconi); "Epifani e’ un irresponsabile e un provocatore che cerca la crisi di governo senza intestarsela" (Luca D’Alessandro); "La smetta di fare Catone il Censore perche’ con questo consueto atteggiamento di superiorita’ la sinistra, tutta tessere e manette, sta mettendo in seria difficolta’ il Presidente del Consiglio espressione del suo partito" (Micaela Biancofiore). Renato Brunetta gli da’ del "segretario protempore" che mette a repentaglio l’esecutivo, Renato Schifani aggiunge: "Le dichiarazioni di oggi non le definisco una provocazione, ma quasi".
Il Pd fa quadrato attorno al suo segretario. Rosy Bindi riassume per tutti: "Epifani ha detto cose ragionevoli e corrette, ribadendo il principio che la legge e’ uguale per tutti e che la legalita’ e’ il fondamento della convivenza civile. Il Pd e’ sempre stato chiaro sul governo Letta, che deve andare avanti: governo di scopo che ha ricevuto la fiducia su obiettivi limitati e chiari dettati dall’emergenza economica e sociale". Insomma, chi tocca Letta se ne assume le responsabilita’. La reazione, sul piano politico, del Pdl e’ accelerare sui referendum sulla giustizia. Denis Verdini annuncia tempi piu’ rapidi per la raccolta delle firme, e spiega: "L’ingiusta e arbitraria condanna della quale e’ stato vittima il nostro Presidente Berlusconi, conferma clamorosamente quello che stiamo denunciando da anni: la politicizzazione di una parte della magistratura, ma anche l’esistenza in Italia di un’emergenza giustizia che mette in pericolo la rappresentanza democratica, la sicurezza, la privacy e i diritti di liberta’ di ogni cittadino". Intanto i problemi delle toghe sono, nell’immediato, altri:il Csm apre un fascicolo sulla questione dell’intervista rilasciata ad un quotidiano da Antonio Esposito, il giudice di Cassazione che ha confermato la condanna in appello per Berlusconi. Se ne occupera’ la Prima Commissione, competente sui trasferimenti d’ufficio per incompatibilita’. Il diretto interessato intanto se la prende con il giornalista, come di prassi.
































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