Il presidente Silvio Berlusconi ha invitato gli esponenti del Popolo della Libertà ad abbassare i toni e a lasciare le polemiche inutili. Berlusconi ha ragione. Il Popolo della Libertà deve restare unito. Il partito che rappresenta la maggioranza dei moderati non può permettersi divisioni. Le divisioni non giovano a nessuno, se non alla sinistra o al Movimento 5 Stelle. Io penso, però, che serva un compromesso tra "falchi" e "colombe". Il Popolo della Libertà, che diventerà "Forza Italia", non dovrebbe restare nel Partito Popolare Europeo (un partito che è percepito come troppo di centro) ma dovrebbe trasformarsi in un partito di centrodestra, ovviamente moderato, fatto sul modello dei partiti di centrodestra anglosassoni, come il Partito Conservatore del Regno Unito, il Partito Repubblicano americano, il Partito Conservatore del Canada o il Partito Liberale d’Australia. Dando ragione ai "falchi", un partito di questo tipo non sarebbe un partito troppo di centro e, dando ragione alle "colombe", questo partito sarebbe moderato, civile e democratico al suo interno e non un partito di estremisti, come il partito francese Front National di Marine Le Pen.
Il nuovo Premier australiano Tony Abbott non è certo un estremista, come non lo è il Primo Ministro canadese Stephen Harper. Inoltre, in partiti simili (come quelli che ho elencato) coesistono la tradizione cristiano-centrista (o democristiana), quella liberale e quella conservatrice. Sarebbe anche un partito aperto all’Europa, ma nel contempo non sarebbe acritico verso certe scelte provenienti da Bruxelles. Ciò sarebbe un buon compromesso.
Riguardo al segretario Angelino Alfano, io penso che si debba vedere se lui ha o meno la leadership del partito. Servirebbe un’assemblea generale, se non un congresso. Così, se Alfano risultasse prevalente, sarebbe legittimato ad andare avanti. In caso contrario, Alfano si dovrebbe dimettere e basta.
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