Giuliano Ferrara, su ‘Il Foglio’, in un editoriale con la classica sigla dell’elefantino, scrive: "Tirare giu’ tutto o contribuire agli sfascisti della lobby che vuole eterodirigere la sinistra e lo Stato sarebbe assurdo e autolesionistico. Accoppiare a una condanna ingiusta una catastrofe politica, che sarebbe sentita come un attentato alla stabilita’ del Paese e al pallido e non amato tentativo di mettere un argine alla piu’ lunga recessione del dopoguerra, e’ altamente sconsigliabile. Tacere, lavorare di opportunismo, cambiare leadership senza il pieno consenso e attivo del Cav., fingersi genericamente governativi: tutto questo non si puo’ e non si deve, sarebbe la risposta subalterna, indegna, priva di prospettiva e di fiducia, all’aggressione subita per due decenni, una resa. Invece una cosa la si puo’ tentare, ed e’ nella pelle degli avvenimenti e della loro logica. Cassare la Cassazione, ma nei fatti politici e nei comportamenti pubblici del ‘reo’ e dell’armata popolare dei suoi amici e sostenitori. Dovunque sia costretto a eleggere domicilio, e anche senza passaporto e onorificenza della Repubblica, il prigioniero Berlusconi non perdera’ il diritto di parola e di azione attraverso la sua gente e il suo movimento e la sua rappresentanza. L’esperimento puo’ cominciare da subito, posto che la tempra del ‘reo’ e’ forte abbastanza, e che la figura del prigioniero libero, della vittima di un’ingiustizia che si ostina a dialogare con il Paese e a fare politica, assomiglia a Berlusconi come una goccia d’acqua".
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