Un presidente della Repubblica di garanzia per tutti. Silvio Berlusconi mette nero su bianco cio’ che va ripetendo ormai da giorni. Mentre prosegue il lavorio sotterraneo affidato alle delegazioni di Pdl e Pd per arrivare, salvo sorprese, ad un incontro tra Berlusconi e Bersani (la data piu’ probabile pare sia venerdi’ prossimo) l’ex premier affida ad una lunga nota i suoi ‘desiderata’ con cui il segretario del Democratico deve fare i conti. L’ipotesi di poter arrivare alla scelta di un nome condiviso per la presidenza della Repubblica (quello di Giuliano Amato si fa in queste ore con insistenza) al momento non sembra avere buone chance. Nonostante i contatti tra i due partiti siano quotidiani – viene spiegato – in realta’ la posizioni tra i due leader sarebbero ancora molto distanti. L’ex capo del governo infatti ai suoi uomini piu’ fidati non nasconde lo scetticismo sulla possibilita’ di ‘portare a casa’ un presidente della Repubblica gradito al centrodestra. Certo, nel Pdl viene anche da pensare che il Cavaliere voglia tenere fino all’ultimo coperte le carte di un possibile accordo per evitare che il ‘nome’ individuato venga bruciato prima del tempo. L’asticella delle richieste pero’ continua ad essere alta e Berlusconi non sembra voler scendere a compromessi: Se il Pd ha intenzione di chiudere la porta ad un’intesa sul Quirinale – e’ il sintesi il ragionamento – cosi’ come ad un governo insieme a noi, l’unica strada resta quella del voto anticipato.
La pistola delle urne insomma resta sul tavolo anche se lo stesso ex premier fa capire di considerare l’ipotesi solo l’extrema ratio rispetto al ventaglio di proposte. Berlusconi sa bene che il futuro presidente della Repubblica prima di sciogliere le Camere tentera’ di formare un governo con un nuovo giro di consultazioni ed anche in quell’occasione la posizione del Pdl restera’ immutata: ‘Siamo pronti a sostenere un governo di coalizione a guida Pd – mette in chiaro – un governo stabile perche’ dobbiamo far capire ai mercati e all’Europa che l’Italia c’e”. Insomma un esecutivo non a breve termine (un paio di anni almeno) in cui il Pdl abbia un ruolo da coprotagonista.
Il Cavaliere si chiama fuori dalla partita sottolineando di non voler ‘nessun ruolo istituzionale o nell’esecutivo’ ma solo ‘la possibilita’ di continuare a guidare il centrodestra’. La strategia e’ chiara: lasciare a Bersani e al Pd il ‘cerino’ in mano in modo che se si dovesse tornare alle urne gli elettori sappiano di chi e’ la colpa. Il voto anticipato rimane comunque nei pensieri del Cavaliere che, galvanizzato dai sondaggi in crescita per il Pdl, non ha dubbi nel dire: ‘in caso di elezioni avremmo la maggioranza alla Camera e al Senato’. L’ex capo del governo e’ pronto a giocarsi il tutto per tutto provando ad usare come arma, di fronte alla possibilita’ che il suo sfidante sia Matteo Renzi, proprio il fattore tempo e le tensioni che continuano a tenere banco tra i Democratici. Il clima, spiega Berlusconi, deve continuare ad essere quello di una campagna elettorale permanente. E in quest’ottica infatti si sta organizzando la kermesse di Bari in programma sabato prossimo e a pochi giorni dalle votazioni per il nuovo capo dello Stato.
































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