"Se vogliamo crescere non possiamo convivere con l’inflazione": lo ha sottolineato il presidente argentino Mauricio Macri, intervenendo sull’aumento dei prezzi, tema al centro in questi giorni dell’attenzione del governo e dell’opinione pubblica.
Durante una cerimonia per l’insediamento delle nuove autorita’ dell’organismo alla concorrenza, Macri ha sottolineato la necessita’ di "evitare monopoli e oligopoli, fatto che provoca perdita di posti di lavoro e un costo della vita piu’ alto". "Il piccolo imprenditore deve poter essere in concorrenza con i grandi, bisogna evitare posizioni dominanti", ha aggiunto, sottolineando che ci vorranno "anni per abbassare gradualmente l’inflazione". In Argentina l’aumento dei prezzi e’ pari a circa il 30% l’anno.
Intanto arriva un nuovo provvedimento del governo argentino per incentivare la crescita nel paese. Il presidente Mauricio Macri ha eliminato la tassa del 5 per cento sulle esportazioni minerarie, con l’obiettivo di incrementare la produzione e gli investimenti nel settore. "Oggi le tasse sulle esportazioni minerarie finiscono", ha affermato il capo dello stato durante una cerimonia a Barreal nella provincia nord occidentale di San Juan.
Il presidente, comunque, ha voluto anche sollecitare le aziende del settore a condurre le loro attivita’ "nell’assoluto rispetto dell’ambiente". Insieme a lui erano presenti all’evento – tra gli altri – il ministro dell’Interno, Rogelio Frigerio, e il governatore della provincia, Sergio Unac.
La decisione e’ stata presa per rivitalizzare il comparto delle materie prime, fortemente colpito dalla crisi internazionale. Tanto che nei primi mesi del 2015, l’export minerario si e’ attestato a 3,36 miliardi di dollari, circa il 7,45 per cento in meno allo stesso periodo del 2014. Tra gennaio e novembre scorsi, l’Argentina ha esportato 1,72 miliardi di tonnellate di minerali, di cui il 60,7 per cento e’ rappresentato dall’oro. In seconda posizione il rame, che ha contribuito per l’11,1 per cento e in terza a pari merito l’alluminio e l’argento con il 6,1 per cento ognuno.
































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