In Italia i debiti verso le aziende idriche per bollette non pagate ammontano a quasi 4 miliardi, 3,8 per la precisione. La media nazionale di morosita’ nell’acqua e’ del 4,3% delle utenze, con risultati che diventano via via peggiori scendendo lungo il Paese, con il sud che si aggiudica la maglia nera. La fotografia e’ stata scattata da Federutility (la Federazione delle imprese energetiche ed idriche) in un rapporto che per la prima volta si concentra sulla morosita’ nel servizio idrico, ovvero su chi non paga la bolletta dell’acqua dopo 24 mesi dalla scadenza.
Quello che emerge dallo studio – che abbraccia argomenti al centro del Festival dell’acqua in programma a L’Aquila dal 6 all’11 ottobre – e’ che la media del 4,3% di morosita’ e’ per esempio tre volte tanto di quanto accade in altri settori, tipo gas e elettricita’ che hanno comunque in media bollette piu’ alte. La spesa – spiega il direttore generale di Federutility Massimiliano Bianco – e’ "meno dell’1% dei consumi famigliari in un anno". E, ai 3,8 miliardi di credito che le aziende idriche vantano per utenze morose vanno aggiunti 2,3 miliardi di credito non scaduto, per un totale di 6,1 miliardi. Quasi il 15% delle bollette dell’acqua non pagate, poi, sono addebitabili alla pubblica amministrazione, a cominciare dai comuni, che nella maggior parte dei casi sono essi stessi proprietari delle aziende che erogano il servizio. A superare la pubblica amministrazione, che arriva a un tasso di mancato pagamento del 14,5% (8% amministrazioni locali e 6,5% amministrazioni centrali), nella classifica dei debitori delle aziende idriche ci sono le industrie (comunque i grossi consumatori) con il 23,6%.
Gli utenti domestici morosi rappresentano il 3,2% (c’e’ poi un 5,6% di altre tipologie di utenze). Per quanto riguarda i morosi nella P.A., Bianco rileva come "non sia possibile disabilitare determinate utenze: si tratta di servizi essenziali a scuole, ospedali, carceri, e apparati militari". Nonostante ci sia "disomogeneita’" territoriale, la situazione peggiora mano a mano che si scende da Nord verso Sud: si va da punte da casi del 2,4% nelle regioni settentrionali fino a picchi dell’8,6% nel Meridione, dove per le gestioni la morosita’ rappresenta il 38% dei mancati incassi. Per far fronte a questa situazione, che e’ come se ‘appesantisse’ le aziende dell’acqua di quella parte di mancate entrate, Federutiltity propone principalmente – rivolgendosi all’Autorita’ per l’energia elettrica e il gas in vista dell’elaborazione del nuovo metodo tariffario – di "riconoscere le perdite sul credito in tariffa" in base "al tasso" di non pagato a seconda dell’area geografica. Infine Adolfo Spaziani di Federutitlity interviene sulla questione del Patto di Stabilita’ che per le societa’ in house idriche, e per i legami che hanno con i comuni, non deve interessare "i vincoli sul contenimento del debito" dal momento che il settore ha gia’ una sua regolazione e si tratterebbe di una "duplicazione" di regole, "con effetti negativi sulla capacita’ degli investimenti".
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