L’8 marzo è un giorno per ricordare l’amore, il lavoro, la passione e la determinazione con cui moltissime donne hanno creato e difeso un percorso lastricato di conquiste sociali, economiche e morali. Tutto questo è in bilico, è fragile purtroppo, per colpa di moltissime donne; sì, sembra paradossale, ma è così, poiché per molte donne la libertà di esistere è assimilabile a una minigonna su altissimi tacchi a spillo, e invece la libertà femminile consiste nella possibilità di esprimere un’opinione e partecipare alla vita sociopolitica del Paese.
Purtroppo il terribile fenomeno del “femminicidio” fa tremare i polsi di questo nostro Paese – o almeno alla parte buona, quella che batte i pugni sul tavolo, che grida la parola “giustizia” -, che non fa abbastanza per fermare gli assassini delle donne e non fa molto di più per punirli come meritano.
La disoccupazione, la difficoltà di essere madri serene, la crisi con l’altro sesso, il 70% delle unioni che esplode, insomma tutto questo ricade in buona parte sulle donne, che tutto questo peso non riescono a sostenerlo più.
Per questi e per altri motivi importanti come il pane è che molte donne faticano a guadagnare; è necessario usare una giornata come l’8 marzo per serrare le fila, per chiedere ascolto alla politica e fare in modo che la serenità di crescere i nostri figli senza la paura di camminare per strada, sia una realtà e non un sogno.
Tutto questo dovrebbe scuotere un po’ tutte quelle donne di varia età, ma soprattutto le bimbo minchia che svolazzeranno in giro a ubriacarsi nei locali, cinguettando davanti a spogliarelli maschili e spendendo cifre assurde per la trasgressione di una striscia di coca o di qualche altro sballo, contente come quaglie in amore, d’aver avuto dal compagno il permesso di uscire almeno per una sera. Non sanno di essere delle sfigate, che invece farebbero meglio a devolvere un po’ del loro tempo per aiutare una donna in difficoltà, che rischia di perdere un figlio o che non riesce ad accudire i genitori e lavorare al contempo.
Essere donna oggi è una lotta quotidiana contro certi uomini che offrono ancora lo scatto di carriera orizzontale, contro quelli che ti danno del tu mettendoti automaticamente in secondo piano, che ti mandano a fare il caffè, che ti fanno capire che una donna può solo fare la moglie e la madre, e non mettersi in testa di guadagnare più di un uomo.
Infine, negli ospedali non ci è permesso ancora partorire in modo naturale: infatti, troviamo spesso del personale che ci maltratta, che ci taglia come carne da macello, che ci si butta sulla pancia come fossimo bambole di pezza. Tutto questo accade così spesso che passa per una normale prassi e pochissime donne arrivano a denunciare. E’ importante acquisire autostima, consapevolezza e cercare di essere unite, rubando al mondo maschile quella solidarietà fantastica che ci farebbe tanto bene.
































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