Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti in una intervista a Famiglia Cristiana interrogato sulla proposta grillina del reddito fisso di cittadinanza risponde: "Esistono già alcuni strumenti di sostegno sociale come il Sia, Sostegno all’inclusione attiva, un programma sperimentale già attivo da due anni nelle grandi città italiane e che ora verrà esteso a tutto il Paese. Inoltre, in uno dei decreti attuativi della riforma del lavoro è prevista l’Asdi, assegno di disoccupazione per i più poveri che perdono il lavoro e non lo ritrovano entro i due anni di copertura della Naspi previsti dalla legge. Ma il nostro obiettivo è quello di promuovere politiche attive per far uscire le persone dalle situazioni di difficoltà. Per farlo bisogna coinvolgere tutti i soggetti attivi nelle comunità".
Secondo Poletti "molte situazioni di povertà sono figlie di una mancanza di lavoro. Ecco perché è necessario far agire diversi soggetti impiegati nelle politiche sociali, statali e non statali: i servizi per l’impiego, i centri di volontariato, le Caritas, il terzo settore".
Il ministro sostiene che la proposta di un sussidio minimo garantito di 780 euro al mese "ha un costo di parecchi miliardi, insostenibile per l’attuale bilancio pubblico. Questa valutazione non nega l’esistenza di situazioni estreme di disagio e di povertà che noi vogliamo affrontare. Pensiamo sia necessaria una svolta sul tema della lotta alla povertà. Entro giugno sarà predisposto un piano operativo nazionale per l’inclusione sociale. Parte dei fondi sono già nel bilancio statale, nuove risorse finanziarie verranno messe a disposizione da Bruxelles per un importo di un miliardo di euro in sei anni. Ma è chiaro che per fare un buon lavoro servono ulteriori risorse".
Poletti spiega che la social card rimarrà "ancora fino a quando non costruiremo uno strumento diverso e più incisivo nell’ambito del piano per la lotta alla povertà. Rischieremmo di togliere una cosa che c’è senza essere in grado di sostituirla con qualcosa di migliore". Inoltre, se ci sarà una ripresa dell’economia e maggiori risorse pubbliche, si sosterrà "quelle fasce di cittadini che non hanno avuto gli 80 euro. La volontà c’era già e la porteremo avanti".
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