Nei giorni scorsi ci sono stati i blitz della Guardia di Finanza nelle località di villeggiatura (come Portofino) per scovare gli evasori fiscali. Purtroppo, questa spettacolarizzazione della lotta all’evasione fiscale non porta a nulla di buono. In questo modo, infatti, si colpisce sia chi evade e sia chi paga regolarmente le tasse, facendo scappare la gente all’estero. L’evasione fiscale è un problema, ma la "soluzione" che è stata adottata è la classica "cura peggiore del male". Prima di tutto, bisogna capire il perché dell’evasione fiscale.
L’evasione fiscale in Italia nasce dal fatto che nel nostro Paese ci siano un fisco troppo alto, una spesa pubblica fuori controllo ed una burocrazia elefantiaca. Questo crea un circolo vizioso che fa aumentare le tasse. Chi può evadere, evade.
Invece, bisogna rendere meno allettante la possibilità di evadere le tasse. In primo luogo, servono delle riforme serie che facciano in modo che la spesa pubblica sia controllata. Il federalismo è una di queste. Guarda caso, i Paesi federali (come Germania, Canada e Stati Uniti d’America) costano molto meno ai cittadini di quanto costi lo Stato italiano a noi. Con la spesa pubblica controllata, si riducono la burocrazia e le tasse. Così, evadere il fisco diventa meno "conveniente", si legittima l’intervento della Guardia di Finanza, che colpisce chi evade realmente, senza fare la solita "caccia alle streghe".
Se non si fa così, l’evasione fiscale c’è e ci sarà sempre. Inoltre, in Italia non si investirà mai né si farà impresa.
Alcuni politici dicono: "Anche i ricchi piangano!". Il problema è che se anche i ricchi piangono i poveri piangeranno ancora di più, poiché nel nostro Paese nessuno investe né crea lavoro. Quindi, la lotta all’evasione fiscale non deve essere fatta con i criteri attuali.
Discussione su questo articolo