L’Italia appare agli occhi di chi guarda un Paese allo sfascio. Sfascio idrogeologico, economico, morale. Ieri il Senato ha votato per il carcere ai giornalisti, oggi a Roma la piena del Tevere mette in ginocchio la città e a Torino un poliziotto rimane gravemente ferito dopo aver subito l’assalto di giovani antagonisti mescolatisi agli studenti durante l’ennesimo corteo contro il governo.
Da una parte privilegi, pensioni d’oro, benefici d’ogni sorta a personaggi indegni di un Paese civile, dall’altra un popolo stremato, tartassato, umiliato, esasperato.
In tutto questo caos Mario Monti fa il giro delle ambasciate e delle cancellerie internazionali a mostrare al mondo le sue tante competenze teoriche, sobrio, sempre sobrio, e pacato, comunque pacato.
Come fa? Non riusciamo a spiegarcelo. Indifferente al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva contro di lui, si bea di se stesso, autocelebrandosi tra incontri e conferenze di sapore didattico, spostandosi continuamente anche oltre confine, manco fosse il titolare della Farnesina. E intanto lo Stivale affonda nel fango delle alluvioni e della cattiva politica.
Monti è un intruso, Monti è un foruncolo in più su questa faccia italiana già deturpata da cisti e cicatrici indelebili. Monti è una beffa, un bluff, un alieno distante anni luce da chi lotta per vivere su questa terra che soffre. Perché Mario Monti ha fallito, ormai è chiaro. Non si riesce a capire come si possa sostenere ancora l’idea di una prosecuzione della politica del Professore. Sarebbe follia, sarebbe un suicidio. La classe medio-bassa della nostra società è a rischio estinzione, e anche la borghesia italiana è ormai ridotta all’osso. La disoccupazione giovanile avanza spietata, il governo promette – a parole – cambiamenti epocali, ma nulla succede, nulla si muove. E il debito avanza, e la finanza trionfa, mentre il lavoro langue.
E’ uno schifo. Monti è un elaboratore elettronico senz’anima, è la fotografia di un’Italia che ha gettato la spugna e si è svenduta ai poteri forti, alle banche, ai grandi capitali. Monti è la causa, non il rimedio.
Discussione su questo articolo