Gian Luigi Ferretti, senz’altro una delle figure storiche del mondo dell’emigrazione, Consigliere del CGIE di nomina governativa per il MAIE, sceglie ItaliaChiamaItalia per parlare di Consiglio Generale in vista della assemblea plenaria che si terrà la prossima settimana a Roma.
Gian Luigi, la settimana prossima ci sarà la plenaria del CGIE. Tu lo ritieni un organismo ancora utile agli italiani all’estero o un carrozzone bollito come sostengono in tanti?
Tutti e due. Mi spiego meglio: decideranno proprio i Consiglieri se il CGIE sarà utile o inutile. Sarà utile se si avrà l’intelligenza – vorrei dire l’amore per gli italiani all’estero – di coinvolgere tutte le anime del mondo dell’emigrazione. E sarà utile se si lascerà finalmente da parte l’europacentrismo riconoscendo pari dignità alle comunità fuori dall’Europa.
Sarà inutile – e dannoso – se si rinnoverà l’occupazione brutale dell’organismo da parte di una sinistra che è fortemente minoritaria fra i connazionali nel mondo.
Come minoritaria? Secondo molti tutto quello che ha a che fare con gli italiani all’estero è “roba del PD”…
Eppure ti ripeto che la sinistra è nettamente minoritaria fra gli italiani all’estero. Alle ultime elezioni politiche, ha ottenuto al Senato il 33,1% (PD 30,7 – Ingroia 0,8 – Partito Comunista 0,8) e il 33,9% alla Camera (PD 29,8 – SEL 1,8 – Ingroia 1,6 -Partito Comunista 0,7). Un terzo, e solo un terzo, degli italiani all’estero vota a sinistra.
Eppure non sembrerebbe, alla luce delle recenti elezioni per il rinnovo dei CGIE
Bisognerà pur fare un’analisi seria su come sia possibile che – soprattutto in Europa – la sinistra raccolga tutto o quasi come nella pesca a strascico dove sfuggono fra le maglie della rete solo pochi pesciolini. Piaccia o non piaccia, si voglia o non si voglia, bisognerà pur fare seriamente un discorso sul ruolo dei patronati. Quei patronati che non solo fanno eleggere loro funzionari in Parlamento “impegnando” strutture e mezzi finanziati con soldi pubblici, ma anche – e a raffica – sempre loro funzionari nei Comites. Questo accade malgrado lo stesso Ministero degli Esteri vada proclamando da anni l’ineleggibilità di coloro che rivestono cariche all’interno dei patronati.
Quindi, dici tu, conquistati i Comites, è poi un gioco da ragazzi fare eleggere Consiglieri del CGIE della propria parrocchia
Proprio così. E il risultato di questa occupazione è sotto gli occhi di tutti: gli italiani all’estero non si riconoscono in questi organismi.
Dunque?
Si faccia attenzione a quello che succederà la settimana prossima quando il rinnovato CGIE dovrà decidere le cariche sociali. Se, come temo, il PD dovesse fare valere la forza dei numeri spropositatamente a suo vantaggio – e sappiamo perché – per prendersi tutto… beh, allora il CGIE sarebbe irrimediabilmente destinato a morire.
E tu saresti fra quelli che darebbero il colpo di grazia?
Sicuramente sarei fra quelli che si opporrebbero all’accanimento terapeutico. Staccare la spina e via. Peccato, ma l’arroganza di chi dovesse ritenere il CGIE “roba sua” sarebbe francamente insopportabile.
Un’ultima domanda. Leggo uno strano comunicato del CTIM dove c’è scritto che “non si riconosce nè nel MAIE nè nelle realtà di matrice sindacale”. Cosa significa?
Che coerentemente il CTIM di oggi è l’espressione del centro che appoggia il governo Renzi.
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