Gian Luigi Ferretti da un paio di settimane circa è il coordinatore del Maie per l’Europa. Ha deciso di aderire al Movimento associativo degli italiani all’estero, fondato e presieduto dall’On. Ricardo Merlo, perché stanco dei partiti tradizionali e perché vede nel movimento del Maie la continuazione della visione che Mirko Tremaglia, storico ministro degli italiani nel mondo, aveva rispetto alla politica dedicata ai connazionali residenti oltre confine.
ItaliaChiamaItalia lo ha voluto sentire per capire meglio cosa abbia portato Ferretti ad aderire ufficialmente al Maie.
Gian Luigi, da sempre sei stato l’uomo di punta della destra fra gli italiani nel mondo e dunque ha fatto scalpore la tua improvvisa adesione al Maie. Ci spieghi com’è andata?
“La mia è stata invece una scelta logica e coerente con i valori e gli ideali di tutta la mia vita. Per tantissimi anni sono stato il braccio destro di Mirko Tremaglia, che ha sempre propugnato un grande movimento espressione delle associazioni e che ha sempre predicato che non andavano esportati fra le nostre comunità i partiti italiani. Sono stato Coordinatore mondiale del CTIM che nel suo Statuto all’art. 6 recita testualmente: ‘Il C.T.I.M. non è legato ad alcun raggruppamento politico, ma stabilisce utili contatti con i partiti e con i parlamentari che hanno programmi e finalità convergenti con i propri scopi’. Ecco, al posto di CTIM, prova a scrivere MAIE e vedrai che il discorso non fa una grinza”.
Come è avvenuta la tua adesione al MAIE?
“Con Merlo ci conosciamo da tanto tempo, da quando lui era un giovane dirigente dell’Associazione Trevisana di Buenos Aires. Poi sono stato con lui nel CGIE. Si può dire che l’ho visto crescere, e come è cresciuto! ‘Mi piace questo giovane – mi diceva Tremaglia – teniamolo d’occhio, ne farà di strada’. Vedeva l’avvenire in questo figlio di un emigrato nato e vissuto così lontano dall’Italia eppure così legato alla Patria. Un giorno mi sono guardato allo specchio e mi sono visto come un uomo di destra senza partito, senza casa. Sono andato da Merlo e gli ho chiesto: ‘Ho ancora voglia di lottare per gli italiani nel mondo. Posso farlo nel MAIE?’. Lui mi ha abbracciato commosso”.
Comunque non ti senti a disagio a stare assieme a personaggi di sinistra come la senatrice Giai?
“Anzi, ne sono onorato. Ancora Tremaglia: non appena nominato Ministro chiamò a collaborare nel suo gabinetto il ‘comunista’ On. Marco Pezzoni, grande esperto del mondo dell’emigrazione, il ‘democristiano’ On. Aldo De Matteo, per lunghi anni responsabile della ACLI per l’emigrazione, il ‘centrista’ Francesco Pascalis, collaboratore di Casini. Il suo detto stampa era il ‘leghista’ On. Guadalberto Niccolini. Di destra c’era solo Bruno Zoratto. Tutto questo naturalmente con grande costernazione dei ‘camerati’ che non capivano”.
In Europa l’elettorato è molto politicizzato. Quali possono essere le prospettive di un movimento indipendente?
“Il Pdl è allo sbando, c’è chi parla di scissioni, di esplosione in tante liste. Il Fli non mi pare goda di ottima salute. L’unico partito strutturato è il PD, all’estero ben guidato dall’abile Eugenio Marino. In generale c’è un clima di antipolitica, o meglio un clima antipartitico che favorisce l’affermazione di liste ‘civiche’. Qualche tempo fa avrei risposto che il MAIE, partendo dai voti dell’alleata UDC ed incrementandoli, poteva ragionevolmente aspirare ad arrivare terzo e conseguire un deputato con i resti. Oggi invece mi sto convincendo che, di fronte allo scenario che ho descritto, possiamo puntare a strappare al malconcio PdL il senatore ed almeno un deputato”.
Come sceglierete i vostri candidati?
“Candideremo persone ben radicate sul territorio, conosciute dalle comunità, che hanno dimostrato impegno e passione. E’ finita l’epoca del ‘trucchetto’ del mailing quando personaggi venuti dal nulla riuscivano a farsi eleggere inviando lettere agli elettori e contando sulle statistiche (tot invii = tot voti)”.
E il vostro programma?
“Ho chiesto al Presidente On. Merlo di mettere al primo punto il ripristino del Ministero per gli Italiani nel Mondo, che fu abolito di comune accordo da sinistra e destra. Soprattutto ora che persino la Francia ha un Ministro per i Francesi all’estero, che sono meno della metà dei nostri espatriati. E poi, per quanto mi riguarda, il programma è quello delineato nel pensiero e nell’azione di Tremaglia”.
Ma Tremaglia quando presentò la sua lista "Per l’Italia nel Mondo" non ebbe il successo che si aspettava…
“Vero. Io, che ero il suo braccio destro, ero contrarissimo che la presentasse. Gli dissi: ‘Non si butti personalmente nella mischia, stia al di sopra. Lei ha dato il voto agli italiani nel mondo. Faccia un appello perché ogni connazionale all’estero voti ed usi bene il suo voto’. Ma si stava formando attorno a lui un ‘cerchio magico’ che gli raccontava una realtà fittizia e alla fine riuscì a mettermi a tacere, e in seguito brigò tanto da farci litigare, ma questa è un’altra storia. Pur contrario, da soldato leale non disertai, però rifiutai categoricamente di candidarmi. Sapevo che non bastava il carisma di Tremaglia a sopperire ad una totale mancanza di organizzazione. Questa volta col MAIE stiamo facendo tesoro anche di quelle esperienze, anche negative, e vedrete che sapremo scrivere una storia diversa, di grande successo”.
Le prime nomine che hai fatto sono di personaggi autorevoli e conosciuti, ma qualcuno va dicendo che il MAIE Europa è fatta di anziani. Come rispondi?
“Giusto ora sul mio tavolo ho pronte due nomine di due validissimi giovani, che formalizzerò nella prossima settimana. E, prima che i soliti soloni ne sparino un’altra delle loro, una dei due è una donna”.
ricky@italiachiamaitalia.com Twitter @rickyfilosa
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