Le imprese cooperative battono la crisi e mettono a segno una crescita occupazionali da record, proprio negli anni bui della congiuntura. Tra il 2007 e il 2011, a fronte di un calo dell’1,2% dell’occupazione complessiva e del 2,3% nelle imprese, gli addetti nelle cooperative sono aumentati dell’8%. Nei primi nove mesi 2012 (+2,8%), le coop hanno creato 36mila posti in piu’ (+2,8%) portando il numero degli addetti a quota 1.341.000. Emerge dal primo Rapporto Censis sulla cooperazione italiana, presentato oggi dall’Alleanza della cooperative.
Si conferma cosi’ il trend positivo e l’andamento anticiclico del settore. ‘Solo 40 anni fa le cooperative italiane erano 10.000 e occupavano 200.000 persone, oggi le cooperative sono 80mila e occupano 1.350.000 di persone. Le cooperative tengono bene rispetto ai guai di questa crisi. Un dato occupazionale straordinario che sorprende’ ha detto il presidente dell’Alleanza delle cooperative Luigi Marino. Insomma, a vincere la crisi sono le imprese solidali, non quelle del modello lucrativo.
‘Tutti ottimi segnali in direzione del superamento del modello finora dominante, incentrato sulle sole imprese capitalistico- lucrative e della parallela valorizzazione di un diverso modello, quello cooperativo appunto, che ha basi solide e potenzialita’ enormi’ dice infatti il presidente Agci, Rosario Altieri.
La crisi tuttavia ha pesato e continua a pesare anche sulle coop. Tant’e’ che la maggioranza delle imprese del settore non crede a una effettiva ripresa nel 2013, per la quale ‘si dovra’ attendere ancora’, emerge ancora dal rapporto Censis. Per l’immediato futuro gli obiettivi prioritari sono riduzione dei costi (41,2%) e accesso a nuovi mercati (35,3%) anche se le coop sono generalmente poco orientate a operare all’estero: solo il 7,4% esporta e il 2,2% e’ impegnato in joint venture con stranieri. Il primato dell’export spetta all’agroalimentare (26,3% delle coop).
A tracciare l’agenda dell’Alleanza e’ il presidente di Legacoop Giuliano Poletti. ‘Sicuramente – dice – abbiamo ancora lavoro da fare sulle aree di potenziale crescita della cooperazione. Ad esempio le attivita’ professionali e i servizi legati alla rete’. La cooperazione insomma ‘e’ un soggetto economico importante e non marginale’, ha detto ancora il presidente Legacoop, che ci spinge a lavorare sul terreno dell’innovazione e della internazionalizzazione ‘per evitare che la cooperazione invecchi insieme con i settori nei quali e’ tradizionalmente presente’. Ma quello che le cooperative temono di piu’ non e’ il mercato bensi’ gli attacchi politici. ”Le coop hanno temuto piu’ la politica che il mercato subendo dalla fine degli anni ’80 a oggi un tentativo di omologazione alle societa’ capitalistiche’ ma nonostante cio’, ‘hanno continuato a crescere sia negli anni di crisi strutturale sia negli anni di attacco politico all’ordinamento civilistico e fiscale’ ha evidenziato il presidente dell’Alleanza, che associa Confcooperative, Legacoop e Agci in un processo che ha come traguardo ultimo la fusione.
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