Camere chiuse, politici in vacanza. Tanto che deputati e senatori – almeno alcuni di loro – non rispondono più nemmeno al telefono: troppo presi a godersi il meritato riposo. E così, per noi giornalisti sempre sul pezzo, è persino impossibile raccogliere le loro dichiarazioni su questo o quel fatto importante di attualità. Come se di colpo, nel mese di agosto, tutto si spegnesse e il mondo si fermasse. Come se i nostri politici durante il mese in cui l’estate è assoluta protagonista mandassero in ferie anche il cervello.
La crisi colpisce gli italiani, ma non loro. I nostri onorevoli devono quindi pensare a come spendere i loro quattrini, non si può mica incassare 15mila euro al mese e non goderseli, no?
L’Italia affronta un periodo difficilissimo, che necessita di scelte immediate e importanti in economia e in politica, e loro se ne vanno in villeggiatura come niente fosse. Villeggiatura dorata, ovviamente, e distante quanto più possibile dalle lamentele del cittadino comune. A restare ancora attivi sono soltanto i big, che fra un tuffo e una cena a base di aragosta concedono comunque interviste, vengono ospitati in tv, partecipano al dibattito interno al Paese. Ma i peones? Di loro si può fare a meno, i peones lo sanno e non ne sono poi così dispiaciuti: in fondo, possono così godersi indisturbati le ferie d’agosto.
E gli eletti all’estero? Gli italiani nel mondo, in agosto, sono tutti lì, al lavoro, nei loro uffici. I pensionati italiani all’estero continuano a esistere, mica spariscono; e i nostri consolati continuano a chiudere. Ma chissenefrega, i 18 parlamentari eletti oltre confine hanno altro da fare, vacanza è vacanza e mica si può rimandare.
Cos’hanno combinato nei primi 100 giorni di governo, gli eletti all’estero? Assolutamente nulla. Ma questa non è una novità, no? Non sono riusciti a contrastare la decisione della Farnesina di chiudere 13 consolati italiani nel mondo (una decisione presa senza nemmeno sentire il loro parere, tanto contano i nostri eletti!), non sono riusciti a risolvere la questione dell’Imu per gli italiani all’estero (che doveva essere la priorità, vergogna!), e ancora barcollano sulla riforma delle legge del voto oltre confine. Comunicati, ordini del giorno, mozioni, ne abbiamo viste a dozzine: tutto fumo negli occhi, nulla di concreto.
In poco più di tre mesi, invece, abbiamo avuto notizia di due scandali, uno nuovo e uno che sa di vecchio: Aldo Di Biagio, senatore di Scelta Civica eletto oltre confine, indagato dalla Procura di Roma nell’ambito di una maxi truffa all’Inps (lui si dice assolutamente estraneo ai fatti e assicura che saprà dimostrarlo), e Nicola Di Girolamo – chiamatelo, se volete, “er fattura” –, rinviato a giudizio per la questione della falsa residenza ottenuta in Belgio per la candidatura alle elezioni politiche del 2008 nella ripartizione estera Europa. Due fatti che tornano a gettare ombra sulla circoscrizione estero e più in generale sulla politica che si dovrebbe occupare – magari senza il condizionale – dei connazionali residenti nei cinque continenti.
Insomma, se dovessimo sintetizzare in poche parole l’attività dei 18 eletti all’estero durante i primi mesi di questa bizzarra – per come è iniziata e per come sta proseguendo – legislatura, basterebbero davvero poche parole: un buco nell’acqua. Parlano tanto e non concludono nulla. Se riuscissero a combinare di più e a chiacchierare meno, noi italiani residenti all’estero non ci sentiremmo presi per i fondelli. E saremmo persino disposti a trascurare il fatto che ogni mese ciascuno dei 18 ci costa migliaia e migliaia di euro fra stipendio, diaria e rimborsi vari. Ma siccome nulla di buono ci arriva da loro, la nostra indignazione rimane forte, come un pugno in pancia, a chiuderci la bocca dello stomaco. Buone vacanze, cari onorevoli, anche da parte di tutti quegli italiani nel mondo, e sono tanti, che la parola vacanza non sanno neppure che cosa significhi.
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