Il popolo di sinistra, indipendentemente dalla latitudine, nazionalità o quant’altro, è accomunato da alcune caratteristiche insite nel suo Dna: il vittimismo, la facilità a dimenticare quello che non fa comodo, il lanciare vagonate di fango sull’avversario, fango che sarebbe più giusto e doveroso che lanciasse su se stesso. Gli episodi, specialmente in Italia, abbondano ed è vergognoso anche enumerarli.
Ora è la volta della sinistra europea che si scaglia contro Berlusconi, reo – cosa più assurda che ridicola -, di aver detto che per i tedeschi i campi di concentramento non sono mai esistiti. Sinceramente sarebbe stato meglio che avesse detto che sono passati nel dimenticatoio e forse, un uomo corretto come lui, era questo quello che voleva dire.
Questi soloni dell’eurosinistra, paladini della "verità" falsata, della correttezza mai conosciuta e di una moralità confusa con l’immoralità, tronfi e bavosi si sono scagliati contro Berlusconi, ma non una parola hanno detto circa la sinistra italiana che ogni tre per due parla degli eccidi dei nazifascisti e mai delle atrocità commesse da certe bande ora portate spudoratamente agli onori degli altari.
Fin qui, immoralità a parte, la sfrontatezza degli eurosinistri potrebbe anche passare, ma ciò che rende la faccenda estremamente vergognosa e immonda è che nessun "papavero" della nostra sinistra abbia preso le distanze da costoro. Che il nostro popolo di sinistra sia peggio degli asini che ora hanno ragliato?
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