Paolo Gabriele resta in cella. Ancora per altre due settimane. Nonostante oggi sia scaduto il primo termine di 50 giorni previsto in Vaticano per la custodia cautelare, a partire dall’arresto avvenuto il 23 maggio scorso, l’ex maggiordomo di Benedetto XVI, accusato di furto aggravato di documenti riservati del Papa, non lascera’ ancora la camera di sicurezza di quattro metri per quattro nel Palazzo della Gendarmeria.
Il giudice istruttore Piero Antonio Bonnet – ha spiegato oggi ai giornalisti il portavoce vaticano padre Federico Lombardi facendo il punto sull’inchiesta ‘Vatileaks’ – ha infatti prorogato ‘per alcuni giorni’ la detenzione in cella di Gabriele, per il tempo necessario alla chiusura dell’istruttoria formale. Lombardi ha descritto ‘un orizzonte temporale di un paio di settimane’, in cui il giudice deve ancora ‘raccogliere alcune testimonianze’, e questo avverra’ ‘nei prossimi giorni’, e sottoporre poi Gabriele la prossima settimana a nuovi interrogatori ‘formali’, ultimo atto prima di ‘definire la situazione della custodia cautelare’. Il tutto ‘nell’arco di una decina di giorni da oggi’. Bonnet passera’ poi alla stesura della sentenza di fine istruttoria, pronunciandosi cioe’ sul rinvio a giudizio o sul proscioglimento: e questo potrebbe avvenire quando saranno gia’ i primi di agosto. Per l’eventuale processo, se ci sara’ dibattimento pubblico, se ne riparla dopo l’estate, non prima di ottobre.
La proroga della custodia cautelare, ha comunque puntualizzato il portavoce vaticano, ‘non sara’ di altri 50 giorni, possibili secondo la legge, ma di alcuni giorni’, necessari alla chiusura della fase istruttoria.
Rettificando poi notizie di stampa che hanno parlato di un presunto stato di forte disagio psicologico del detenuto, Lombardi ha riferito che le condizioni di salute di Gabriele ‘non destano preoccupazioni’. ‘Ho avuto elementi informativi tranquillizzanti’, ha affermato, avendone parlato con il difensore di Gabriele, l’avvocato Carlo Fusco, che ‘ha detto di averlo trovato sereno, traendo conforto nella preghiera, in una condizione di salute tranquilla, non preoccupante’.
Sempre secondo il portavoce vaticano, inoltre, ‘non corrisponde a un’esatta descrizione della situazione’ la ricostruzione fatta oggi da un quotidiano secondo cui l’inchiesta avrebbe accertato che nel furto di documenti riservati Gabriele sarebbe stato aiutato da tre persone, due dipendenti laici della Segreteria di Stato e un giornalista. ‘Non ho mai avuto l’idea che l’indagine fosse su particolari complicita’ – ha detto oggi Lombardi -. Si’, sono state sentite diverse persone, ma questo non vuol dire che fossero complici dell’indagato. E fino al momento attuale non credo siano stati sentiti giornalisti’. Oltre a ribadire che Gabriele resta al momento l’unico indagato, il direttore della sala stampa ha ripetuto ancora un volta che ‘nell’ambito di quest’indagine nessuna rogatoria e’ stata fatta con l’Italia’. Alla domanda, poi, se per Gabriele sia possibile un patteggiamento, la risposta e’ stata: ‘non credo che sia l’ipotesi di questa istruttoria attualmente in corso’.
Parallelamente all’inchiesta penale condotta dai giudici del Tribunale, infine, si avvia alla conclusione anche quella – sempre sulla fuga di notizie e documenti riservati – della Commissione cardinalizia presieduta dal card. Julian Herranz e composta dagli altri porporati Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi. ‘Prevede di concludere questa settimana il suo lavoro di audizioni e di preparazione del suo primo rapporto’, ha riferito padre Lombardi, spiegando che i cardinali ‘incontreranno il Papa la prossima settimana a Castel Gandolfo per presentargli le risultanze del loro lavoro e delle loro indagini’. ‘Poi – ha aggiunto – il Papa fara’ le sue riflessioni’.
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