La crisi picchia duro sui bambini d’America. Tantissimi, troppi minori nel Paese piu’ ricco al mondo vivono situazioni di grave disagio sociale, senza casa e senza cibo. Il Wall Street Journal, un quotidiano conservatore e non un bollettino parrocchiale, lancia l’allarme parlando di boom di senza tetto a New York. In gennaio hanno dormito nei centri di assistenza circa 50.000 persone a notte, un numero record che ‘mostra un trend nazionale: l’aumento del numero delle famiglie senza una casa permanente’. Ma a rendere questi numeri ancor piu’ drammatici, il dato che tra loro ci sono piu’ di 21.000 bambini, l’1% dei giovani della citta’, che hanno dormito ogni notte in gennaio nei centri di assistenza: si tratta di un aumento del 22% rispetto all’anno precedente.
Sempre in gennaio circa 11.984 famiglie hanno trascorso ogni notte in centri di assistenza, anche qui un numero che segna un aumento del 18% rispetto all’anno scorso.
‘New York si trova ad affrontare la peggiore crisi di senza tetto dai tempi della Grande Depressione’ afferma Mary Brosnahan, presidente di Coalition for the Homeless. Secondo alcune stime il numero delle famiglie senza tetto a New York e’ aumentato del 73% dal 2002. Senza casa, ma anche senza un pasto sicuro. Secondo le statistiche, ogni giorno in America cinquanta milioni di persone vivono la tragedia della fame. E anche sul fronte della ‘food crisis’, in questa guerra per sopravvivere a pancia piena, quelli che pagano il prezzo piu’ caro, le prime vittime sono i minori.
Un bimbo su quattro, nel Paese dell’obesita’, e’ ‘food insicure’, la formula con cui gli esperti definiscono chi non e’ certo di trovare ogni giorno qualcosa da mangiare. Un problema antico della societa’ americana, ma che si presenta in modo ancora piu’ grave in questi anni ancora segnati dalla disoccupazione e dalla poverta’. Una piaga che colpisce nel profondo milioni di famiglie americane, ne mina le fondamenta, raccontata da un documentario in uscita in questi giorni negli Usa: ‘A Place at the Table’, un posto a tavola, a cura di Participant Media e Magnolia Pictures, diretto da Lori Silverbush e Kristi Jacobson. Come spiega il filmato, la tragedia qui negli Stati Uniti non e’ ovviamente provocata dalla mancanza di cibo, ma dalla poverta’ di massa e i suoi effetti perversi. Qui chi e’ piu’ povero spesso e’ sovrappeso, visto che il cibo meno caro, fast food e bibite gassate, e’ anche quello ipercalorico.
Il film segue la storia di tre persone: Rosie, una bimba di quinta elementare del Colorado, obesa da anni, che vive grazie alla solidarieta’ dei vicini; Barbie, una ragazza madre nera disoccupata di Philadelphia che a stento cresce i suoi due bimbi con i buoi pasto pubblici. E infine, Tremonica, una bimba di seconda elementare del Mississippi, gravemente malata per aver mangiato in vita sua solo cibo spazzatura.
Nel documentario si mostrano anche gli sforzi che la First Lady, Michelle Obama sta facendo da anni, con la sua campagna Let’s Move, per aiutare milioni di bimbi americani a mangiare sano e fare esercizio fisico. Una crociata culturale importante e coraggiosa, che pero’ puo’ poco senza una forte ripresa economica.
































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