Una rivoluzione radicale all’interno della città del Vaticano: un nuovo atteggiamento religioso, una preghiera “rinnovata”, quella degli umili, dei poveri, dei bisognosi. E’ questo Papa, Jorge Mario Bergoglio, “Papa Francesco”, il Papa di tutti. Ha rinunciato all’anello d’oro, ha rinunciato all’auto blu, ha rinunciato a lutti e comodità che la chiesa non dovrebbe avere: niente oro nè ricchezze, solo “semplicità e trasparenza”.
Un Papa che si ferma davanti ad un gruppo di adolescenti e si fa fotografare; che, mentre si trova tra la folla, fa cenno ai suoi collaboratori perché deve porgere una carezza ad un disabile. Un Papa che è vicino alle diverse realtà, che non giudica, che, davanti alle telecamere, afferma: “Se un uomo è gay e si vuole avvicinare a Dio, chi sono io per giudicarlo?”.
Un comportamento di un uomo semplice, normale, vicino alla quotidianità che appartiene al resto del mondo. Un uomo che col suo semplice “buonasera” ha conquistato il mondo, che ha avvicinato gli uomini alla preghiera, disponibile, gioviale, vicino alle sofferenze.
La chiesa dovrebbe rappresentare l’umiltà, la santità, la spiritualità. Gesù non portava addosso ori e non ostentava ricchezze; era un uomo semplice che utilizzava la sola “parola” per stare vicino al suo popolo. Papa Francesco è l’emblema di quello che il mondo intero esige: “Un Papa chiamato Francesco, che, prima di tutto, è un grande uomo”.
Riceve lettere, si confronta con i giovani, passeggia per Roma utilizzando mezzi pubblici; non teme niente, perché vestito di una religiosità autentica. Se l’Italia sta cadendo a pezzi, teniamoci almeno i pochi “patrimoni” che rimangono, perché credo proprio che a piccoli passi il nostro Papa rivoluzionerà il mondo. Un Papa che, come Cristo, non vuole ricchezze perché è profondamente ricco nell’animo. Sforziamoci di imitarlo: miglioreremo il mondo.
































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