Anche se confessa di non aver voluto rivedere prima delle riprese il film di Luigi Magni con Nino Manfredi per non farsi ‘influenzare’, Gigi Proietti coglie analogie tra la miniserie che lo vede protagonista, ‘L’Ultimo Papa Re’, in onda su Rai1 l’8 e 9 aprile in prima serata, ispirata alla celebre pellicola del 1977, ma spalmata in un arco di tempo piu’ lungo e con dei notevoli cambiamenti, e la stretta attualita’: ‘Affrontiamo nella fiction la fine del papato come potenza politica, e non si possono non notare i punti di contatto con i nostri giorni. Abbiamo recentemente vissuto un evento epocale con le dimissioni di papa Ratzinger e assistito all’arrivo di un nuovo pontefice, che ha deciso di chiamarsi non a caso Francesco e che, fin dal primo giorno, ha dimostrato la volonta’ di dare una svolta guardando prima di tutto alla carita’ e ai piu’ poveri. Il cambiamento lo stiamo toccando con mano, non solo nelle cose vaticane, ma in tutto il paese’.
Proietti torna a far rivivere, a 36 anni di distanza da un film indimenticabile, la figura di monsignor Colombo. La regia e’ affidata a Luca Manfredi, figlio del grande Nino che porto’ al successo la pellicola di Magni ‘In nome del Papa Re’ (3 David di Donatello come miglior film, miglior produttore, migliore attore protagonista). Oggi, come allora, il film racconta la Roma di Pio IX, ultimo sovrano dello Stato Pontificio, quello che verra’ ricordato, appunto, come l’ultimo Papa Re. Oltre che su Luca, Proietti puo’ contare sulla figlia di Manfredi, Roberta, produttrice della fiction con la sua Dauphine Film Company. La miniserie riaccende i riflettori sulla Roma papalina, su storie da sempre sospese tra realta’ e finzione. La vicenda e’ la stessa del film, ma spalmata in un periodo piu’ lungo e con molta piu’ azione, ed e’ a sua volta liberamente ispirata a I segreti del processo Monti e Tognetti di Gaetano Sanvittore.
‘Io e Nino Manfredi – spiega Proietti nel corso della presentazione a Viale Mazzini – siamo molto diversi fisicamente e nel modo di recitare: ho voluto dare un’impronta personale al personaggio sperando di risultare credibile. Quando uno interpreta ad esempio Amleto, non va a imitare o scimmiottare chi lo ha preceduto. Monsignor Colombo non e’ certo un buonista, e’ un dirigente di polizia, una figura severa fedele a papa Pio IX (Arnaldo Ninchi), ma e’ un uomo che a poco a poco prende coscienza per motivi suoi personali che il mondo e’ cambiato, che lui sta vivendo in una realta’ ormai desueta. Questo alla fine del film lo portera’ a dimettersi e a trasferirsi in una parrocchietta. Naturalmente ci sono delle differenze rispetto al film del 77. Qui c’e’ un maggior approfondimento del carattere del personaggio che fara’ un lungo percorso alla ricerca di se’.
Colombo scopre di avere un figlio (Domenico Diele), che ha gia’ 20 anni, avuto da una relazione di gioventu’ con Flaminia Ricci (un’intensa Sandra Ceccarelli): questo ragazzo e’ un patriota che insieme a due compagni, Gaetano Tognetti (Marco Cassin) e Giuseppe Monti (Francesco Venditti), ha partecipato all’attentato alla caserma degli zuavi uccidendo 25 soldati del papa’.
Il regista Luca Manfredi tiene a sottolineare le differenze tra il film con protagonista suo padre e la fiction da lui diretta: ‘Tra i film di mio padre, tra i miei preferiti c’e’ ‘In nome del Papa Re’. Avendo assistito ai dissidi che hanno afflitto la Chiesa in questi ultimi anni, da autore e da regista mi sono reso conto che il contenuto di quel film non era affatto superato, ma attualissimo. Da qui l’idea di fare un omaggio a Magni proponendo alla Rai una versione televisiva del suo film in due parti e aggiungendo fatti nuovi e personaggi della rivolta romana del 1867 (come la vicenda della strage del lanificio Ajani dove, tra gli altri, fu trucidata Giuditta Tavani Arquati con la sua famiglia)’.
Il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta rileva: ‘La vicenda ha come fulcro il rapporto tra una chiesa e il suo potere temporale e una chiesa fatta di poverta’ e carita’, un tema attuale. Il paragone con un bel film imponeva la selezione di tutti elementi di eccellenza per fare un buon prodotto all’altezza del confronto. Nessuno poteva farlo come Gigi Proietti’. Le musiche sono del Maestro Nicola Piovani. Nel maxi cast spicca un irresistibile Lino Toffolo nel ruolo di Serafino, il tenero perpetuo di Monsignor Colombo.
































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