Si riaffaccia lo spettro di una exit strategy della Banca centrale Usa e sui mercati scatta l’allarme. Per Tokyo e’ un bagno di sangue con un tonfo del 4%, mentre in Europa la reazione e’ piu’ contenuta e a soffrire sono solo Londra (-1,4%) e Francoforte (-0,47%). Anzi, dopo un iniziale sbandamento, Milano archivia la perfomance migliore con un +0,93% – trainata dagli acquisti sui bancari – e chiudono positive anche Parigi (+0,15%) e Madrid (+0,52%). Segno che, con il passare delle ore, il timore di una ‘stretta’ negli Usa e’ stato almeno in parte metabolizzato, nonostante a Wall Street gli indici siano tutti in discesa.
Meno marcato l’impatto sullo spread tra Btp e Bund che dopo una puntata a quota 260, chiude a 256 sui livelli della chiusura di ieri. Ma la partenza sulle Borse del Vecchio Continente era stata in rosso (seppure con cali frazionali) sull’onda dei ribassi dei listini asiatici, i primi a pagare le cattive notizie arrivate dagli Stati Uniti. Nella tarda serata di ieri e’ rispuntata infatti l’ipotesi che la Federal Reserve possa iniziare a ridurre prima del previsto le massicce iniezioni di liquidita’ con cui fa carburare economia e mercati: il presidente della Fed di Chicago Charles Evans, uno dei fautori della politica ultra-espansiva della Banca centrale americana, ha lasciato intendere che gia’ a settembre potrebbe iniziare la graduale uscita dal programma di stimoli monetari, operazione che in gergo viene sintetizzata con il termine ‘tapering’. E il giorno prima era stato il governatore della Fed di Dallas, Richard Fisher, a ventilare una simile possibilita’.
Inevitabile la reazione negativa del mercato che ‘vive’ degli indizi rilasciati dalle banche centrali e che mal digerisce una riduzione degli acquisti di titoli di Stato da parte della Fed, fatti creando moneta, che attualmente marcia al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese. Appena un mese e mezzo fa, sulle Borse mondiali si era scatenato il panico quando lo stesso presidente della Fed, Ben Bernanke, aveva preannunciato il ‘tapering’ entro la fine di quest’anno, alla luce dei segnali di miglioramento dell’economia. Il sentiero e’ dunque tracciato e per i mercati e’ ben chiaro il messaggio che ormai sta per finire la ‘festa’ dei rally di Borsa, a partire dai record di Wall Street. Da tempo si evoca il rischio di una bolla, nella consapevolezza che dietro l’ascesa dei listini ci sia l’enorme liquidita’ pompata dalle banche centrali piu’ che l’economia reale. E la paura ora e’ che il ‘tapering’ possa rivelarsi prematuro e che la ripresa Usa sia troppo fragile per sopravvivere senza l’aiuto della Fed.