Violazioni dei diritti umani degli imputati al processo Thyssenkrupp: lo scrive un giurista italiano, interpellato dalla multinazionale dell’acciaio, in un documento che sembra il primo passo verso l’apertura di un nuovo fronte, quella delle Corti europee di Strasburgo e del Lussemburgo. Ma a Torino, nel frattempo, il processo d’appello per il rogo che nel 2007 costo’ la vita a sette operai continua con precisione cronometrica: oggi si sono chiusi gli interventi dei difensori, che hanno chiesto l’assoluzione dei sei imputati. La sentenza e’ prevista il 28 febbraio. Il documento in questione e’ un parere ‘pro veritate’ stilato da Massimo Benedettelli, docente universitario di diritto commerciale e membro dell’importante studio legale Freshfields Bruckhaus Deringer, che ha avuto fra i clienti la stessa ThyssenKrupp. Venticinque pagine consegnate da uno degli avvocati difensori, Ezio Audisio, ai giudici di Torino che stanno celebrando il processo d’appello. Il giurista, riferendosi all’andamento dell’udienza preliminare, ma soprattutto alla sentenza di primo grado, ritiene che non siano stati rispettati i dettami della Convenzione europea del 1950 sui diritti dell’uomo e il Patto internazionale del 1966 sui diritti civili. I cinque punti contestati spaziano dalla mancata traduzione di alcuni atti (due imputati sono tedeschi) all’ ‘applicazione innovativa di teorie giuridiche’ come quella sull’omicidio con dolo eventuale, il reato per il quale l’ad Herald Espenhahn e’ stato condannato (primo caso in Italia) a 16 anni e mezzo di carcere.
Non e’ possibile sapere quanta importanza la Corte presieduta da Giangiacomo Sandrelli attribuira’ al documento. In Procura, a Torino, Raffaele Guariniello ha fatto sapere di non essere preoccupato, tanto che i due magistrati che sostengono l’accusa in udienza, Francesca Traverso e Laura Longo, pur avendo qualche riserva (non ultima quella sull’imparzialita’ del professore) non si sono opposte all’acquisizione. Per loro le condanne dovranno essere le stesse del primo grado (e’ stata proposta una riduzione di pena per un solo imputato), mentre per i difensori bisogna assolvere.
‘La tragedia non si sarebbe evitata nemmeno se fossero stati presi gli accorgimenti che secondo l’accusa erano necessari’, ha detto l’avvocato Audisio fra i mormorii di disapprovazione dei parenti delle vittime. In aula, a fine udienza, Antonio Boccuzzi, l’operaio sopravvissuto alla tragedia, parlamentare uscente del Pd (e ricandidato), ha distribuito il testo di un componimento lirico (‘Di lavoro si muore ma d’amore si vive’) composto insieme al poeta romano Massimiliano Coccia.
































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