Caro senatore Micheloni, ma come si fa a dire che in Italia esiste un problema di memoria relativamente al fenomeno migratorio? E’ fuorviante e molto, molto riduttivo. No, non si tratta ovviamente e semplicisticamente di una mancanza di memoria, ma soprattutto di una volontaria e strumentale mancanza di attenzione al fenomeno. Il fenomeno dell’emigrazione e’ palese, e’ sotto agli occhi di tutti. Esso ha coinvolto, coinvolge e coinvolgera’ i nostri territori piu’ di quanto si possa pensare. Non si possono negare le evidenti testimonianze di tanti cittadini costretti a lasciare i territori di origine.
Come non si puo’ aver testimonianza sul territorio del dolore che tale fenomeno suscita? Non si tratta di memoria, ma forse piu’ di egoismo, di indifferenza, di volonta’ di ignorare.
Promuovere lo studio dell’emigrazione italiana tra le materie di insegnamento scolastico e’ come ammettere che la scuola italiana non dia attualmente ai suoi allievi la conoscenza empirica del territorio in cui essi vivono. E’ molto piu’ semplice a volte trasmettere delle conoscenze senza far ricorso necessariamente a dizionari o a testi vari. Basta la lettura delle realta’.
Se cosi’ fosse, su quali conoscenze dovrebbero i nostri alunni costruire le loro conoscenze future? Quindi, piu’ che storia dell’emigrazione, parlerei di studio del territorio. Stupirebbe, e non poco, se cio’ gia’ adesso non avvenisse.
Il territorio italiano e’ intriso di testimonianze antiche e recenti che richiamano al fenomeno dell’emigrazione. Nè mancano neanche testimonianze umane al riguardo. Esse costituiscono gli elementi base su cui approfondire l’ampiezza e la vastita’ ed analizzare le dimensioni del fenomeno.
































Discussione su questo articolo