"Le ragioni dei colleghi sono tirate per i capelli. Dicono che sono pro Stamina, quando ho solo detto di non essere né a favore né contro. L’unico modo per valutare seriamente la metodica è essere imparziale. Ma mi sembra che una parte della scienza italiana trovi l’affermazione di imparzialità una cosa offensiva", "sono sorpreso, non riesco a comprendere l’intensità di queste reazioni. È come se fossi criticato per non aver ancora detto a quali conclusioni arriveremo. Ma cosa non vogliono che si sappia? Perché si oppongono a una procedura aperta, trasparente, oggettiva da cui finalmente tutti possano farsi un’idea?". Così, in una intervista a Repubblica, Mauro Ferrari, presidente in pectore del nuovo comitato indicato da Beatrice Lorenzin che deve giudicare il discusso metodo di Davide Vannoni, il professore di psicologia pluri-indagato, replica alle polemiche scoppiate dopo le sue parole di apertura a Stamina alla trasmissione Le Iene.
Ferrari, che a Houston è presidente e ad del Methodistresearch institute, sottolinea: "Non ho alcuna intenzione di mancare di rispetto ai tanti valenti scienziati e clinici che lavorano sulle staminali in Italia. Credo però che dal punto di vista del volume di attenzione ricevuta, non c’è dubbio che Stamina abbia avuto una diffusione enormemente maggiore dei lavori degli altri ricercatori. Certi studi non hanno più di un trafiletto sul giornale, qui parliamo di un caso che ha cambiato la coscienza nazionale su questi temi. E’ giusto approfondirlo", è il "primo caso importante di medicina rigenerativa in Italia".
Fratti: ‘ho visto il protocollo, è il nulla’
In una intervista a Libero Luigi Fratti, rettore dell’Università La Sapienza di Roma, accusa il metodo Stamina: "Sentire i familiari di persone che soffrono esula da un metodo reale, che si deve basare sull’applicazione pratica di plausibilità. Ho visto il protocollo ed è il nulla". E solleva dei dubbi sul nuovo comitato scientifico che dovrà valutare il metodo Stamina di Davide Vannoni e critica le prese di posizione del presidente del nuovo team Mauro Ferrari secondo cui il metodo è "il primo caso importante di medicina rigenerativa in Italia". E aggiunge: "Credo che il ministro Lorenzin stia facendo bene, però, nominare presidente Ferrari, che non è un medico, non credo sia un passo in avanti. Mi aspettavo un comitato presieduto da scienziati di livello. Mi riferisco a Napoleone Ferraro, scienziato italoamericano, esperto di angiogenesi. Ci sono altre eccellenze, comunque. Invece hanno scelto una persona che non è neanche medico, forse perché da l’idea che sia più equo. Invece ha subito sbagliato. Ha parlato coi giornalisti quando aveva l’obbligo della riservatezza. Io presiedo da anni la Commissione antidoping del Coni, eppure non ho mai divulgato protocolli. Prima si guarda il protocollo, si controlla il progetto, si fanno prove e analisi e di fronte ai risultati si danno valutazioni. Non ci si può basare sull’ascolto di familiari disperati, che direbbero di tutto per salvare i propri cari, ma solo sulle regole della scienza. E in Stamina di scienza ce n’è poca, per non dire nulla. Il protocollo non spiega questioni fondamentali. Il processo in cui le staminali si trasformano in cellule dell’area neuronale. Su questo non c’è niente. E ricordiamoci che gli hanno dato neppure il brevetto…" e "non scordiamoci che una risposta, Vannoni, l’aveva già avuta dall’Ufficio Brevetti Usa, che non l’ha approvato dicendo che era inattendibile e non funzionava nell’applicazione pratica".
































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