Quanto sta accadendo a Roma ha dell’incredibile. Il centrodestra è ancora spaccato sul nome di Guido Bertolaso, tanto da indicare il 5 maggio come data ultima per una eventuale decisione condivisa. Intanto ognuno degli aspiranti si muove pro domo sua e non intende rinunciare al momento di visibilità. Passi per Matteo Salvini sempre più lanciato verso la sfida a Renzi, ma Giorgia Meloni, invece di fargli da spalla, potrebbe andare con la memoria alle opportunità che le ha regalato nel tempo il presidente Berlusconi e mostrare, non diciamo riconoscenza, ma almeno riconoscimento del salto di qualità che ha fatto grazie a lui. Se vogliamo, la confusione è partita proprio dai suoi continui cambiamenti nonostante le avessero proposta per prima la candidatura. Prima dice no alla sua candidatura, poi mette il veto su quella di Marchini, poi si candida sulla scia della polemica sulla "presunta" gaffe di Bertolaso che le consigliava di non affrontare lo stress degli impegni elettorali e dagli inevitabili attacchi dei rivali.
Insomma, Giorgia Meloni con il suo 4,5% è diventata dirimente per la coalizione. Si ostina a predicare la sua vittoria e finge di non capire che questa sua caparbietà preparerà il terreno per la sconfitta elettorale non solo per Roma ma per tutta Italia indebolendo il Centrodestra. Look più curato, espressione del viso più morbida, parole misurate e quasi cadenzate, basteranno a renderla gradita ai moderati? Con Salvini a farle da spalla? Improbabile e forse usata per non dargli rilievo nazionale?
Silvio Berlusconi resta ancora oggi l’unica guida possibile, l’unico vero leader carismatico del centrodestra italiano perché sa cogliere lo spirito dei veri moderati ed è distante dal populismo lepenista che piace ai leghisti, con la capacità riconosciutagli da tutti, di guardare oltre e lontano. E di dare le chiavi di una città disastrata a chi potrebbe veramente restituirle bellezza e dignità. Ci auguriamo un passo indietro di tutti i candidati alleati di modo tale da sostenere, senza se e senza ma, Guido Bertolaso, per il bene della capitale d’Italia e dei romani. E soprattutto del centrodestra che oggi più che mai ha bisogno di unità.
































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