Qualcuno, come il Siulp de L’Aquila, evita di dare tutto per scontato e all’ex prefetto della città Giovanna Iurato, chiede ‘chiarimenti e rettifiche rispetto gli articoli apparsi sulla stampa, perche’ da uomini delle istituzioni, quali siamo, non potremmo mai accettare che i nostri vertici abbiano gravemente insultato dolore e lacrime che segnano i visi degli aquilani’. E chi le istituzioni le rappresenta, come il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, esprime tristezza ma non giudizi, ‘perche’ le cose vorrei conoscerle nella loro interezza e nel contesto in cui si sono sviluppate’, mentre gli iscritti al Sinpref – associazione sindacale dei funzionari prefettizi – chiede al Ministro ‘interventi immediati e risoluti’. Come se non bastasse, il Sinpref afferma che ‘sulla vicenda non pochi rilievi vanno mossi anche ai vertici ministeriali’ e domanda, a proposito della Iurato, se ‘era opportuno (anche per l’interessata) conferirle l’incarico di Prefetto dell’Aquila dopo quello di responsabile del servizio tecnico logistico del dipartimento della pubblica sicurezza, struttura da tempo interessata da indagini ben note ed estremamente complesse’.
Su Facebook, intanto, monta la rabbia per le dichiarazioni intercettate dell’allora Prefetto sull’Aquila il cui atteggiamento, stigmatizzato duramente dai pm napoletani, viene oggi definito dal Gip "caratterizzato da comportamenti pervicaci e talvolta al limite del cinismo", al pari di quello degli altri indagati dell’inchiesta sugli appalti della polizia. "Io credo – scrive uno degli utenti del social network – che queste persone siano molto diverse dagli umani". Quanti piangono i morti del sisma del 6 aprile 2009 in Abruzzo, pero’, non attendono conferme o spiegazioni per palesare disprezzo e pena. La loro e’ una ferita aperta da intercettazioni emerse a suo tempo da altre inchieste. Portarono alla luce come nell’immediatezza della scossa distruttiva ci fossero imprenditori che gia’ pregustavano gli affari legati ai lavori di ricostruzione. Ora nuove intercettazioni, nell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza a Napoli, di conversazioni telefoniche tra Giovanna Iurato (nel capoluogo abruzzese tra maggio 2010 e ottobre 2012) e l’ex capo della Direzione centrale anticrimine della Polizia Franco Gratteri inducono il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, a dire: ‘Ci sto malissimo. La verita’ e’ una: mi sto accorgendo, a mano a mano che escono retroscena della vicenda aquilana, che abbiamo avuto tanta gente a lavorare con noi ma nessuno e’ entrato fino in fondo in questo dramma’. Anche l’ex presidente della provincia Stefania Pezzopane dice di aver provato "un forte e doloroso senso di nausea" leggendo le intercettazioni dell’ex prefetto. "Ancora una volta – aggiunge – si dimostra che L’Aquila e il terremoto sono stati trattati da troppi come macabro teatrino dove fingere dolore e improvvisare lacrime, strumentalizzando bambini e vittime. Noi, che invece abbiamo pianto davvero, proviamo ribrezzo, oltre che rabbia, per quanto ci tocca ancora sopportare".
Sotto choc i familiari delle vittime (otto ragazzi) della Casa dello Studente dell’Aquila. ‘Se questi sono gli uomini dello Stato bisogna trovarne altri – afferma Antonietta Centofanti, rappresentante del Comitato che hanno costituito e zia di una delle vittime -. Questi soggetti rappresentano solo fame di potere. Non sono rappresentanti delle istituzioni’. ‘Sono l’esempio dell’ennesima situazione mediatica che ha scandito questo nostro tempo durissimo – prosegue Centofanti -. La piu’ crudele e pazzesca e’ questa del prefetto Iurato; la piu’ tragica quella messa in atto dalla Commissione Grandi Rischi su ordine di Guido Bertolaso’. Il suo sentimento, dice, e’ di ‘grande solitudine’ ma anche di ‘disprezzo per questa donna, che forse e’ anche una madre. Ci troviamo di fronte ad una figura di scarsissimo spessore’. ‘Ci siamo contornati di gente che dovrebbe vergognarsi’ conclude Annamaria Cialente.
Nel crollo della casa dello studente perse il figlio Francesco.
Oggi era presente alla penultima udienza del processo, all’Aquila, per quelle vite distrutte. ‘Gente falsa che non ha mostrato sentimenti veri’, e’ l’opinione che riserva all’ex prefetto del capoluogo abruzzese. ‘La Iurato dovrebbe trovarsi nei nostri panni, allora si’ che capirebbe cosa vuol dire piangere lacrime vere’.
































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