Il Partito Democratico prepara gli emendamenti al ddl sulla scuola, dopo aver concluso una due giorni di incontro con le categorie che sono scese in piazza contro la ‘Buona Scuola’. Una due giorni di cui il presidente Pd Matteo Orfini dà un giudizio positivo "perché è stato un momento di utile confronto. Abbiamo riscontrato posizioni non sempre omogenee anche all’interno delle stesse categoria, con a volte richieste contraddittorie. Alcune le abbiamo accolte, altre sono per noi irricevibili, come la richiesta di stralciare le assunzioni dall’approvazione della riforma, perché le assunzioni sono il complemento della riorganizzazione, le due cose stanno insieme".
Le macro-aree su cui insisteranno gli emendamenti della maggioranza, e su cui è al lavoro la relatrice Maria Coscia, saranno "la questione del ruolo del dirigente scolastico per il quale è richiesta maggiore collegialità; il contrasto delle disuguaglianze tra istituti, le modalità di assunzione dei precari e l’utilizzo del fondo di 200 milioni". E poi "delle 12 deleghe previste inizialmente, noi chiudiamo con 8 recependo la richiesta".
Secondo Orfini "gli emendamenti saranno il frutto di riflessioni e disponibilità all’ascolto. Il dialogo non finisce con questo giro di incontri, abbiamo ancora tempo per confrontarsi e discutere insieme. Il tempo che abbiamo davanti non è poco (il 19 maggio è previsto il primo passaggio alla Camera, ndr). Noi siamo disponibili a continuare, speriamo che lo siano anche i rappresentati che abbiamo incontrato, perché si tratta di un ddl decisivo e di miglioramento, di cui rivendichiamo impianto: finalmente ci sono più fondi e una riorganizzazione di un settore strategico". Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd, ha spiegato che per quanto riguardo il piano di assunzioni "verrà chiarito che saranno assunti tutti i precari delle graduatorie, molti sono scesi in piazza perché non pienamente convinti dall’ambiguità del testo".
Per quanto riguarda l’articolo 12 che ha messo nel panico i precari, non sarà retroattivo il conteggio dei tre anni di supplenze; circa la responsabilità dei dirigenti scolastici "non vogliamo un preside manager o sceriffo, ma serve un responsabile per rendicontare gli esiti delle scuole". Un emendamento servirà a chiarire l’obiettivo degli albi territoriali, ovvero "far incontrare bisogni formativi delle scuole con esigenze professionali dei docenti", mentre i 200 milioni di premialità agli insegnanti sono affidati al preside, affiancato un da comitato di valutazione scelto bel consiglio di istituto, e saranno tra l’altro lo strumento che permetterà agli istituti più periferici di trattenere gli insegnanti migliori.
La norma su diritto allo studio invece "verrà meglio dettagliata nei principi direttivi contenuti della delega, ma abbiamo stralciato la delega di organi collegiali, quella sull’autonomia scolastica e sul digitale, sugli Istituti tecnici superiori e sul dirigente scolastico".
Chiude il vicesegretario Lorenzo Guerini, che spiega come la riforma "mette risorse e prevede assunzioni e un piano strategico, ha un’ambizione strategica molto alta. Il confronto proseguirà anche seguendo il percorso parlamentare, è opportuno concentrarsi sugli sforzi che stiamo realizzando e affrontare tutte le questioni di merito che possono rimanere sospese".
































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