E’ veramente molto fitta l’agenda dei problemi del Sud che domani sara’ recapitata, tramite manifestazioni, tentativi di incontri, lettere e slogan, nelle mani del premier Matteo Renzi, a Bari nel pomeriggio per la cerimonia di inaugurazione della 78ma edizione della Fiera del Levante. Ma con un intenso programma sin dal primo mattino.
Gli appuntamenti del Sud che vuole essere ascoltato cominciano alle 9.30 quando il premier – che a sorpresa ha cambiato tutto il suo programma dedicando l’intera giornata di domani alla Puglia – incontrera’ nel comune di Peschici i sindaci dei paesi del Gargano colpiti dal maltempo che racconteranno di un’acqua che non solo ha spazzato via due vite, ma ha anche messo in ginocchio l’economia di quella terra fatta soprattutto di agricoltura e turismo.
Alle 12.30, sara’ a Taranto dove affrontera’ un altro tema spinoso, quello dell’Ilva. Confindustria Taranto aveva chiesto a Renzi nei giorni scorsi di andare nel capoluogo perche’ ”gran parte dell’Italia che il premier vuole cambiare – avevano detto gli industriali in una lettera aperta al presidente del Consiglio – si trova proprio qui”, in una citta’ dove bisogna rimuovere ”le cause che frenano gli investimenti e lo sviluppo”.
Intanto, sempre per domani la segreteria di Taranto dell’Usb ha organizzato a Bari una manifestazione di protesta ed uno sciopero per tutta la giornata nello stabilimento dell’Ilva dove – afferma il sindacato – ”si vive in uno stato di precarieta”’. E sempre legata all’Ilva e all’inquinamento e’ la richiesta di un gruppo di pediatri di Taranto che vuole incontrare il premier per discutere dell’emergenza sanitaria e ambientale nel comune Jonico (Renzi per questo confronto ha gia’ delegato l’on.Davide Faraone, responsabile Welfare del Pd).
Infine, alle 15, la tappa di Bari: oltre alla bella cornice della Fiera del Levante impreziosita dai fiori di Terlizzi, Renzi trovera’ ad attenderlo chi protesta per le trivelle in Adriatico, ambientalisti che chiedono la bonifica di Brindisi e di Taranto, e anche chi vuole esprimere il proprio dissenso per la famosa Tap, il gasdotto che dovrebbe approdare sulla spiaggia di Melendugno, nel Salento. Sono infatti 40 i sindaci del Salento con la fascia tricolore che domani saranno nel capoluogo pugliese, guidati da Marco Poti’, primo cittadino di Melendugno (Lecce), comune dove dovrebbe approdare il gas dell’Azerbaijan, un’opera importante ma ritenuta ”incompatibile con il territorio”. E per dare forza alle richieste dei sindaci e’ scesa in campo Anci Puglia che ha chiesto un incontro con Renzi.
Non e’ ancora tutto: sempre in tema di ambiente c’e’ un’altra pressante richiesta. Questa volta sara’ il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, a farsi portavoce del dissenso e consegnera’ nelle mani del premier una lettera concordata in una riunione degli stati-generali del movimento anti-trivelle (Comuni e associazioni ambientaliste), un documento per dire no alle torri petrolifere off-shore, si’ alla difesa di uno sviluppo del territorio che sia ecosostenibile. Naturalmente alla Fiera del Levante saranno presenti i sindacati della Puglia. In una lettera aperta scritta oggi a Renzi, Cgil, Cisl e Uil di Puglia chiedono investimenti al Sud e, soprattutto, la rimozione dei vincoli del patto di stabilita’. Chiedono attenzione per le vertenze in campo nel Mezzogiorno e interventi che riducano le sacche della precarieta’.
Per dare speranza ”in un futuro migliore e con maggiori certezze a circa 500 mila lavoratori che vivono la precarieta’ in maniera angosciante, agli oltre 100 mila braccianti agricoli, alle prese con fenomeni di schiavizzazione del lavoro, ai lavoratori edili, di cui almeno 50 mila sono stati espulsi dal settore per effetto della crisi, ai lavoratori dei call center, ai lavoratori degli appalti pubblici, che ad ogni rinnovo vedono assottigliarsi le ore di lavoro”. E a tutto cio’ si aggiunge una massa di disoccupati, prevalentemente giovani, in continua crescita. ”Guardi con maggiore attenzione al 20% di disoccupati del sud, fra i quali spicca il dato allarmante dei giovani”, dicono a Renzi i sindacati. ”Serve il lavoro Presidente! E servono – gridano Cgil, Cisl e Uil – gli investimenti a cui il Governo nazionale non puo’ sottrarsi”.
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