Matteo Renzi, intervenendo alla scuola di formazione politica del Partito Democratico, ha parlato anche dell’importanza della lingua italiana del mondo e del suo insegnamento. Secondo il premier “noi sulla scuola siamo indietro, perché sulla legge sulla scuola bisogna fare di più e meglio”. Poi l’ex sindaco di Firenze ha precisato: “Una delle cose da fare è l’insegnamento dell’italiano all’estero”. E noi siamo completamente d’accordo con il presidente del Consiglio. Ma allora perché l’attuale esecutivo ha tagliato i fondi alla diffusione e alla promozione della lingua italiana nel mondo? Questa è la domanda che vorremmo porre al capo del governo italiano. Perché se è vero che per risalire la china serve razionalizzare la spesa, è anche vero che non possiamo permetterci di rinunciare a promuovere e diffondere le nostre eccellenze nel mondo. Anzi, proprio su quelle dovremmo essere capaci di investire in maniera intelligente.
Siamo italiani e fieri di esserlo. Ma siamo davvero consapevoli di quanto sia amato il nostro Paese all’estero? Forse sono ancora tanti, troppi, quelli che non capiscono che l’Italia nel mondo vuol dire qualità, fantasia, creatività. E Cultura, quella con la C maiuscola, che tutto il mondo ci invidia.
Bella la lingua italiana. La quarta più studiata al mondo. In molti la amano, è come musica. Sempre più persone vorrebbero impararla, vorrebbero poter parlare, leggere, scrivere, comunicare in italiano. Ma il governo Renzi toglie importantissime risorse agli operatori del settore, a chi si prende la briga e la responsabilità di promuovere oltre confine la lingua di Dante, taglia al capitolo Cultura. No, caro premier, così non va. Sì, “una delle cose da fare è l’insegnamento dell’italiano all’estero”, ma per farlo ci vogliono quattrini. Matteo, se l’insegnamento della lingua italiana nel mondo per te è davvero importante mettici i soldi.
































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