La sentenza del Consiglio di Stato sulle elezioni regionali 2010 in Piemonte ha portato oggi una novita’ nella lunga querelle giudiziaria che da oltre due anni oppone l’ex presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, al presidente attuale, Roberto Cota. Ha infatti riconosciuto ‘l’equivalenza tra l’accertamento civile e quello penale del documento falso’, ovvero che il falso della lista Pensionati per Cota, accertato in penale in due gradi di giudizio, puo’ essere considerato dal Tar come se fosse stato accertato in sede civile, senza attendere l’esito di questo secondo processo, che ha tempi piu’ lunghi.
Il Consiglio di Stato ha cosi’ respinto il ricorso e demandato al Tar, che in attesa dell’esito del processo civile non si era ancora pronunciato sulla validita’ delle ultime regionali piemontesi, ‘ogni ulteriore approfondimento circa l’applicazione delle suesposte argomentazioni’. In altre parole l’acclarata falsita’ della lista Pensionati di Michele Giovine, che con i suoi 27 mila voti e’ stata determinante per la vittoria di Cota contro Bresso con novemila voti di vantaggio, potrebbe portare a far invalidare le elezioni 2010 in Piemonte.
Cota ha affidato a Facebook il suo commento sulla sentenza: ‘Per me oggi – ha scritto il governatore leghista sul suo profilo – e’ una normalissima giornata di lavoro dedicata ai problemi dei piemontesi. In un momento cosi’ difficile non posso distrarmi’. ‘Il processo civile – ha affermato invece Bresso a caldo, in conferenza stampa con i suoi legali Enrico Piovano e Paolo Davico Bonino – e’ ancora alle prime battute, quindi la dichiarazione di equivalenza con il penale ci dice che possiamo sperare di arrivare a una conclusione positiva in tempi ragionevoli. Il processo penale e’ ora a due terzi del cammino. La nostra opinione e speranza e’ che si possa tornare a votare per le regionali insieme alle politiche del prossimo anno’.
Le prossime tappe giudiziarie, hanno spiegato i legali di Bresso, prevedono in settembre la nuova richiesta di pronunciamento al Tar. E poiche’ il Tar vorra’ probabilmente attendere il giudizio penale definitivo, Bresso si rivolgera’ alla Cassazione chiedendo di tenere conto dei tempi nei quali si esprimera’, fondamentali trattandosi di materia elettorale. Il Pd, partito nel quale l’ex presidente era stata eletta, chiede le dimissioni immediate di Cota. E tutto il centrosinistra, da Sel a Fds ai Radicali, si unisce alla richiesta. ‘Nella grave situazione attuale – affermano il segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando e il capogruppo in Regione Aldo Reschigna – il Piemonte non ha bisogno di un esecutivo indebolito dalla spada di Damocle di un futuro pronunciamento sfavorevole del Tar, e quindi piu’ interessato alla campagna elettorale che ai problemi dei piemontesi’. Il centrodestra fa quadrato intorno a Cota, con il capogruppo leghista in Regione, Mario Carossa, che definisce Bresso ‘ai limiti dello stalking politico’ e quello del Pdl, Luca Pedrale, che parla di ‘accanimento giudiziario per una vicenda chiusa’. Il coordinatore del Pdl piemontese, Enzo Ghigo, parla di ‘ricorso grottesco mirato a abbattere la sovranita’ popolare’.
































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