“E adesso al lavoro perché il no si trasformi in grande responsabilità, per gli italiani all’estero e per la comunità tricolore tutta”. Così il Segretario Generale del Ctim, Roberto Menia, commentando a freddo l’esito referendario.
“Pur rispettando le percentuali del voto all’estero, sin dai primi vagiti di questa proposta riformatrice, ci siamo schierati per il no: senza doppiogiochismi o strategie di posizionamento. Non solo non è nel nostro stile, ma sarebbe stato palesemente contrario alla tenacia e alla chiarezza del nostro fondatore, Mirko Tremaglia”.
“Semplicemente, dopo aver valutato nel merito la riforma, abbiamo scelto il no – prosegue Menia – per ragioni innanzitutto oggettive: si tratta, come osservato da costituzionalisti di vari credi politici, di un pasticcio assemblato senza cognizione e senza una logica programmatica, dal momento che produce un Senato giano Bifronte, un ircocervo di interpretazioni circa rappresentatività e coordinamento tra Stato e Regioni”. “E’ la ragione per cui – conclude Menia – quel no può e deve trasformarsi in benzina per una nuova primavera politica. Nel segno del tricolore”.






















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