QUIRINALE | Salta il vertice del centrodestra, Berlusconi prende tempo

Il presidente azzurro sta riflettendo, un attendismo che irrita i suoi alleati. La tentazione dell'ex presidente del Consiglio resta ancora quella della sfida in Aula

Silvio Berlusconi

Matteo Salvini, segretario della Lega, davanti all’ipotesi che il centrodestra si divida sull’elezione del presidente della Repubblica, nel caso in cui venga meno la candidatura di Silvio Berlusconi, commenta così: “Il centrodestra farà una proposta compatta dall’inizio alla fine”.

Intanto nel giorno in cui il fronte progressista si vede per fare il punto sulla partita del Colle, salta il vertice di centrodestra che avrebbe dovuto sciogliere il nodo legato alla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale. La data cerchiata in rosso per il summit a Villa Grande era quella di domani, ma le convocazioni non sono partite e l’appuntamento è stato tolto dall’agenda senza essere ufficialmente rifissato.

Il presidente di Forza Italia, messo alle strette dagli alleati impazienti di conoscere la reale entità dei numeri a sostegno della sua corsa alla presidenza della Repubblica, ha deciso infatti di non muoversi ancora da Arcore. Un modo per prendersi un po’ di tempo e tenere sulle spine gli alleati, in particolar modo Matteo Salvini che nei giorni scorsi aveva indicato come deadline la giornata di lunedì per chiudere il discorso.

Secondo Vittorio Sgarbi, che nelle ultime settimane ha passato molto tempo al telefono per sondare gli umori dei grandi elettori, ci sarebbe anche la possibilità che l’uomo di Arcore non torni a Roma. “Se decide di non candidarsi, può comunicarlo al telefono”, spiega, ricapitolando i numeri dell’operazione scoiattolo, che sembra ormai essersi arenata: “Sono 498 i voti per Berlusconi se votasse tutto il centrodestra, ma ci sono gli impossibilitati perché in quarantena o no vax, per cui secondo me diventano 420-410”. Pochi, troppo pochi per andare fino in fondo.

Il leader azzurro comunque sta ancora vagliando tutte le possibilita’ sul tavolo. Salvini e Meloni sono in pressing, entrambi chiedono al piu’ presto garanzie sui numeri e una posizione comune del centrodestra nell’eventualita’ che l’ex premier faccia un passo indietro. Altrimenti potrebbero fare un proprio nome, da qui la necessita’ di un chiarimento.

Il presidente azzurro sta riflettendo, un attendismo che irrita i suoi alleati. La tentazione dell’ex presidente del Consiglio resta ancora quella della sfida in Aula, soprattutto perche’ al momento non vede convergenze su altre figure ‘candidabili’. Su Draghi vede ancora forti resistenze in Parlamento e l’ipotesi del Mattarella bis, questa la convinzione, non e’ praticabile proprio per l’indisponibilita’ del Capo dello Stato. Ma puntare alla quarta votazione vuol dire avere la certezza di potercela fare e pure tanti fedelissimi gli stanno consigliando di evitare la conta, anche perche’ l’ex fronte rosso-giallo minaccia l’Aventino.