Situazione complicatissima alla Camera dei Deputati. Franco Marini evidentemente non sarà il nuovo presidente della Repubblica. Il Movimento 5 Stelle, che punta su Rodotà, apre nelle ultime ore a Romano Prodi. Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico, prende la palla al balzo: “L’apertura, pur tra mille distinguo, di Beppe Grillo a Romano Prodi per il Quirinale e’ finalmente un segnale che il Movimento 5 Stelle intende entrare nel gioco democratico del Paese e iniziare ad assumersi le responsabilita’ che inevitabilmente spettano ad una forza che ha il 25% dei consensi. E’ un’evoluzione che interpella il centrosinistra e merita qualche attenzione".
Intanto secondo quanto si apprende Matteo Renzi nel tardo pomeriggio prendera’ un treno per Roma. Secondo quanto riferiscono fonti del suo staff, il sindaco “rottamatore” in serata dovrebbe vedere il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, per trovare una soluzione sulla scelta del presidente della Repubblica. Ma Renzi, parlando con i giornalisti a Palazzo Vecchio, smentisce: "Andare a Roma stasera era un’ipotesi, ma forse e’ piu’ probabile e piu’ utile che io faccia un salto a Roma domattina. Le cose -ha aggiunto Renzi- si possono fare anche per telefono come ho fatto finora". Ai cronisti che gli chiedevano se fosse in programma un incontro con Bersani, il sindaco di Firenze si e’ limitato a rispondere di no. Ma dopo aver depistato i cronisti a Firenze, Renzi è arrivo nella Capitale dove riunira’ i suoi parlamentari a cena.
Davanti a Montecitorio la situazione è tesa fin da questa mattina. Diversi i manifestanti presenti, targati soprattutto 5stelle, ma anche Sel, organizzati in un sit-in a favore di Stefano Rodota’. I manifestanti hanno contestato il senatore Roberto Formigoni, eletto nelle file del Pdl, al grido di “buffone” e “traditore”. Subito dopo dalla piazza si e’ levato il grido di “Ro-do-tà, Ro-do-tà”. A placare gli animi, l’arrivo del governatore della Puglia e leader di Sel Nichi Vendola, accolto dagli applausi. Mentre Vendola rilasciava dichiarazioni ai giornalisti circondato da telecamere e taccuini, tra la folla si e’ fatto largo Eugenio Scalfari. "Hanno fatto fuori il Pd", gli ha detto qualcuno dei partecipanti al sit-in. Il fondatore di Repubblica ha risposto: "Non ancora, hanno sbagliato tattica". Un uomo gli dice "Direttore, Bersani va interdetto", ma Scalfari non replica e tira dritto, diretto a Montecitorio.
Nel frattempo una tessera del Pd viene bruciata di fronte piazza Montecitorio e il Movimento 5 Stelle prende la palla al balzo e posta subito la foto, facendola rimbalzare sui social network. Poco dopo la tessera, ormai ridotta in brandelli, finisce sul blog di Grillo, con tanto di video in cui l’intestataria, la signora Claudia Costa di Roma, spiega il suo malcontento, accolta dai grillini negli uffici del M5S a Montecitorio. "In aula PD e PDmenoelle si scambiano affettuosi abbracci dopo aver votato Marini, il candidato di Berlusconi – si legge in un post che accompagna il video sul blog di Grillo – In piazza i cittadini urlano verso il Palazzo: ‘Rodotà’, qualcuno brucia platealmente la tessera del PDmenoelle. Claudia Costa e’ una di loro, ha le lacrime agli occhi, e’ incazzata nera e porta con se’ un cartello. C’e’ scritto: ‘Bersani sicario del PD’".
































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