La sua candidatura, probabile ma non ancora ufficiale, e’ gia’ un caso politico, dentro e fuori il Pdl. Nicola Cosentino, gia’ sottosegretario all’Economia costretto alle dimissioni dopo essere stato raggiunto da una richiesta di arresto per presunte collusioni col clan dei Casalesi, e’ ancora una volta al centro dello scontro politico. Cosentino si’, Cosentino no: e’ il nodo irrisolto che frena la composizione delle liste in Campania, una delle regioni ritenute decisive per la vittoria al Senato; sullo sfondo il lungo braccio di ferro con il governatore Stefano Caldoro che del rinnovamento nelle liste del Pdl ha fatto una battaglia politica chiedendo una riflessione sui singoli casi ‘per non creare difficolta’ al volo comune’.
Ad oggi tutti gli indizi fanno credere che l’ex coordinatore campano del Pdl sara’ in lista al Senato. ‘Io non sono un giustizialista, sono un campione di garantismo. Si e’ deciso che in caso di condanna definitiva non saranno ricandidati. Per gli altri decidera’ il comitato di giuristi entro la settimana’, ha detto oggi Silvio Berlusconi, che sul caso avra’ l’ultima parola. Per Caldoro ha avuto parole positive (‘ho un’amicizia’ e ‘nutro una profonda stima’, ha detto il Cavaliere) aggiungendo di non essere ‘in grado di dire’ sulle ‘vicende locali che li hanno contrapposti’, sul piano politico e anche su quello giudiziario con due inchieste, aperte a Roma e a Napoli sulla cosiddetta P3 a carico di Cosentino, in una delle quali Caldoro si e’ costituito parte civile. In serata Caldoro ha twittato: ‘Ringrazio Berlusconi per le parole stima e amicizia. Con lui dal ’94 per scelta e coerenza, per cambiare.
Non per interesse’.
Che alla fine Cosentino sara’ candidato e’ emerso anche oggi sulla base di uno scambio di battute tra lo stesso Cosentino ed i giornalisti a margine di un appuntamento organizzato a Napoli per sancire il passaggio al Pdl di alcuni amministratori locali ex Udc, e ascoltando il commissario del Pdl in Campania, Francesco Nitto Palma. Il diretto interessato ha chiosato cosi’ sulla questione che lo riguarda: ‘Mi attengo alle regole del partito, che ha affidato ad un comitato di avvocati parlamentari la decisione sulla candidatura degli indagati – ha detto Cosentino -. Se saro’ candidato sara’ un bene, diversamente continuero’ a fare politica nel Pdl e con il presidente Berlusconi’. L’ex sottosegretario ha evitato la polemica con il presidente della Campania, Stefano Caldoro: ‘Credo che abbia fatto un ragionamento piu’ ampio, ma non ho avvertito insensibilita’ da parte sua’. ‘Alla sinistra – ha aggiunto – voglio ricordare i 50 comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, le tante vicende giudiziarie che la riguardano in Campania, e che noi non abbiamo mai strumentalizzato’. Mentre per Nitto Palma ‘il garantismo non puo’ essere a corrente alternata e il il vero problema del Pd, e’ che la candidatura di Cosentino al Senato modificherebbe gli equilibri elettorali’. Da sinistra giunge l’ironia del sindaco di Napoli De Magistris: ‘Noi non candidiamo Cosentino e company ma un magistrato con la schiena diritta che e’ stato isolato. Insomma c’e’ una bella differenza tra noi e loro’.
Ma non c’e’ solo il caso Cosentino a tenere in sospeso la definizione delle liste in Campania: l’idea di Berlusconi di candidare il prete anticamorra don Luigi Merola non e’ tramontata. Dopo i due incontri avuti a Roma la settimana scorsa e’ previsto un ulteriore contatto in questi giorni anche se il religioso avrebbe posto delle condizioni. Insomma piu’ no che si’, ma la partita non e’ chiusa.
































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