Oscar Pistorius è libero. Almeno per il momento. Con una decisione che ha sollevato un’ondata di indignazione globale sul web, il giudice del tribunale di Pretoria, Desmond Nair, ha concesso oggi al campione di atletica sudafricano la libertà condizionata dietro pagamento di una cauzione di un milione di rand (85.000 euro) fino all’inizio del processo per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, fissato per il 4 giugno. Pistorius è "troppo famoso", troppo riconoscibile in tutto il mondo perch‚ esistano realistiche possibilità di una sua fuga, ha concluso il giudice, in un’aula gremita di pubblico e giornalisti, al termine di una lunga lettura delle motivazioni. Due ore in cui sono emerse lacune nelle versioni tanto della difesa che dell’accusa, ma dalle quali le risultanze delle indagini sono uscite malconce, minate da imprecisioni e lacune investigative, dalla mancata verifica delle telefonate fatte la notte dell’omicidio all’inquinamento della scena del delitto. Errori costati l’incarico al coordinatore delle indagini, l’ufficiale di polizia Hilton Botha.
Alla lettura della decisione in aula è calato il silenzio per un attimo, poi parenti e amici di Pistorius si sono lasciati andare a un plateale "Yes!" e il paralimpico, che per tutta l’udienza ha trattenuto l’emozione e tenuto lo sguardo basso, è scoppiato di nuovo in lacrime. I suoi familiari si sono raccolti in preghiera in cerchio mentre i familiari di Reeva rimanevano sbigottiti. Poi, scortato da poliziotti in moto, Pistorius si è allontanato, libero dopo una settimana di carcere, su una Land Rover coi vetri oscurati con altre persone. Secondo indiscrezioni, trascorrerà il weekend a casa dello zio Arnold, portavoce della famiglia, che ha confessato: "Siamo sollevati".
Le condizioni imposte dalla corte prevedono che l’imputato consegni le sue armi, i suoi passaporti, che si presenti per firmare ogni martedí e venerdí presso il commissariato di polizia di Brooklyn, a Pretoria, che non si avvicini a un aeroporto internazionale, non torni sulla scena del delitto, non incontri testimoni e non consumi alcolici. Condizioni troppo "dure", secondo il principale avvocato della difesa di Pistorius, Barry Roux, che si è detto "sorpreso".
L’accusa, rappresentata da Gerrie Nel, noto "osso duro" che ha trascinato in carcere potenti corrotti, ha insistito che il solo fatto d’aver sparato quattro colpi attraverso la porta del gabinetto dopo aver inseguito la fidanzata costituisce deliberata volontà di uccidere e configura la premeditazione. Ma ha dovuto basarsi su acquisizioni che non hanno "inchiodato", per il momento, Pistorius. Ne risulta un sostanziale "pareggio" con la versione della difesa, secondo cui lui la notte di San Valentino, preso dal panico, avrebbe sparato verso il gabinetto non sapendo che vi fosse la fidanzata ma pensando si trattasse di un ladro. Versione che non è stata demolita. E sul presunto temperamento violento di Pistorius l’accusa, ha detto Nair, "non è stata in grado di portare fatti" e s’è anche vista contestare l’attendibilità delle testimonianze sui litigi sentiti da centinaia di metri di distanza prima dei fatidici spari.
In conclusione, ha argomentato il giudice soppesando gli elementi, "la difesa non è riuscita a dimostrare davanti a questa corte che nel dossier della procura ci fossero delle debolezze", ma "l’accusa non è riuscita a dimostrare che il dossier contro di essa fosse solido e incontestabile" tanto da dimostrare che Pistorius abbia "motivi per sfuggire al suo processo".
Il portavoce della procura nazionale, Medupe Simasiku, citato dai media sudafricani, ha affermato: "Noi crediamo ancora di avere prove sufficienti a far condannare Pistorius". L’avvocato Roux ha ammesso che il suo cliente, anche se venisse assolto dalla premeditazione, potrebbe rischiare 15 anni per omicidio volontario, perch‚ sparare quattro volte a una porta chiusa eccede le condizioni della legittima difesa. Ad aggiungere un elemento emotivo alla vicenda, nel giorno della scarcerazione dell’atleta, un’intervista rilasciata alcuni giorni prima della morte dalla fidanzata modella: "Adoro con tutta me stessa Oscar, lo ammiro, e non voglio che nulla ostacoli la sua carriera".
La decisione di oggi e’ stata accolta con sconcerto dalla Lega delle donne dell’Anc, il partito al potere in Sudafrica, che ha condannato la "reazioni di alcuni uomini in tribunale che hanno esultato e festeggiato la liberazione di Pistorius su cauzione, come se avessero vinto un trofeo e dimenticandosi che una donna innocente ha perso la vita".
































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