Dopo la batosta elettorale delle amministrative appena trascorse, che ha visto sconfitto il PdL (ma anche tutti gli altri partiti tradizionali), in via dell’Umiltà a Roma, sede nazionale del partito fondato da Silvio Berlusconi, si è tenuta una riunione per una prima analisi dell’esito del voto, ma anche per fare il punto sulla riforma della legge elettorale.
Presenti all’incontro Verdini, Lupi, Gasparri, Corsaro, Gelmini, Crosetto. Alcune indiscrezioni stampa davano presente anche Ignazio La Russa, che però poi ha smentita con una nota diffusa dalle agenzie.
Proprio sulla legge elettorale, ieri il segretario, Angelino Alfano, in conferenza stampa aveva spiegato che non c’e’ al momento nessun accordo su un testo, smentendo il vertice di mercoledi’ con Bersani e Casini. Anzi, Alfano ha detto che non ha intenzione di partecipare più ad alcun vertice "ABC": per il segretario sarebbe solo tempo perso.
Secondo quanto riferiscono i soliti bene informati, fortissime perplessità sarebbero emerse sulla bozza scritta da Violante e Quagliarello e qualcuno si sarebbe spinto a definirla "riforma greca", capace insomma di generare instabilità politica come ad Atene. Meglio, si sarebbe riflettuto, modificare l’attuale legge elettorale aggiungendo le preferenze o elaborare un sistema che ricalchi quello spagnolo.
Alfano questa mattina ha dichiarato in una nota: "Il Popolo della Liberta’ e’ fortemente radicato sul territorio. Nel pomeriggio presenteremo, infatti, i dati definitivi a testimonianza della presenza di un partito che ha saputo lavorare concretamente, costruendo un rapporto vero con i cittadini". Eppure i risultati del voto parlano chiaro e lo stesso Alfano ieri, senza peli sulla lingua, ha preso atto della "sconfitta" elettorale.
La sua leadership è in discussione? La base azzurra in effetti è molto critica e chiede la testa sia di Alfano che di Berlusconi. Ma i dirigenti del partito sostengono il loro segretario: "La leadership di Angelino Alfano non e’ minimamente in discussione", affermano diversi esponenti pidiellini. Roberto Formigoni, governatore della Lombardia, sottolinea: "Un anno fa abbiamo fatto una scommessa su Alfano e i risultati di ieri non sono minimamente attribuibili a lui. Dobbiamo farcene carico noi, tutta la classe dirigente del PdL".
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