Fabrizio Cicchitto taglia corto: se il Partito Democratico voterà per l’incandidabilità di Silvio Berlusconi, non può pensare che il PdL mantenga il sostegno al governo. L’ex capogruppo azzurro alla Camera spiega: "Se, come dicono i titoli di alcuni giornali, Letta avverte Berlusconi, a nostra volta, senza alcuna arroganza, noi avvertiamo Letta. Lo facciamo a scopo costruttivo e non distruttivo, ma il Pd non può pensare di trasformare arbitrariamente la Giunta per le elezioni in una sorta di tribunale speciale o plotone d’esecuzione nei confronti di Berlusconi e poi chiedere al suo partito di continuare ad appoggiare il governo". Parole molto chiare, quelle di Cicchitto, che si sposano con le dichiarazioni di altri esponenti del PdL: occhio, perché se affossate Silvio, salta tutto l’esecutivo.
Non tarda ad arrivare la replica del Pd. A pochi minuti dall’inizio del vertice tra Enrico Letta e Angelino Alfano, il Partito democratico, per bocca del suo responsabile economia Matteo Colaninno, manda un chiaro segnale al Pdl sul tema dell’agibilita’ politica di Silvio Berlusconi. "Le minacce quotidiane di crisi di Governo di alcuni dirigenti Pdl – spiega Colaninno in una nota – rischiano di riportare l’Italia sotto l’immagine di un paese ingestibile e periferico, scarsamente affidabile proprio ora che l’esecutivo Letta sta ottenendo risultati importanti". "È fondamentale – aggiunge il membro della segreteria democratica – rimanere concentrati su ripresa dell’economia, stabilita’ finanziaria, occupazione, debito pubblico, istruzione e riforme delle istituzioni. Nel Pdl prevalga il senso di responsabilita’ e consapevolezza: non si puo’ chiedere al Pd soluzioni da repubblica delle banane. L’unica strada e’ indicata nel recente messaggio del Presidente Napolitano e rappresenta la piu’ alta garanzia per tutti".
Interviene dunque Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera e coordinatore dei dipartimenti del Pdl: "Dinanzi ai numerosi e qualificatissimi pareri di giuristi, non di rado culturalmente assai lontani dal centrodestra, e che tuttavia esprimono dubbi e perplessita’ sulla legge Severino e sulla sua applicabilita’ al caso Berlusconi; e ancora, dinanzi a quanto emerge sulla stampa sull’animus, sui sentimenti e sull’approccio di chi ha giudicato il Presidente Berlusconi; dinanzi al vulnus che rischia di concretizzarsi non solo verso una persona, ma verso milioni di elettori che hanno diritto ad una piena rappresentanza politico-istituzionale; dinanzi a tutto questo, il premier Enrico Letta e il Pd non possono fare come Ponzio Pilato. Le conseguenze di una eventuale scelta pilatesca sono chiare a tutti".
Scelta Civica prova a gettare acqua sul fuoco. Mario Mauro, esponente del partito di Monti e ministro della Difesa, osserva: “Il Pdl non puo’ pretendere di ridurre il caso Berlusconi a un problema molto piu’ grande e importante" come la questione della giustizia. "Tutto quello che e’ utile e’ gia’ nelle parole del presidente Napolitano", ha aggiunto il ministro che si e’ tuttavia detto certo, "nello spirito di leale collaborazione" fra forze politiche, che non ci sia "nulla in contrario" a "una ulteriore riflessione e approfondimento sugli aspetti formali della legge". "Ma non e’ questo il cuore del problema”, perché ora come mai “occorre essere consapevoli che bisogna aiutare l’Italia a superare i propri guai mettendo da parte le ragioni dello scontro per un incontro sostanziale dei partiti che sostengono il governo".
































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