Il papà di lei è uno degli uomini più ricchi del mondo. Lui è di famiglia agiata, molto in vista, e come lei è colto, gentile, europeizzato. Nazionalità indiana, hanno studiato all’estero. Si vogliono bene, il loro è un matrimonio d’amore. Un matrimonio indiano da 8 milioni di euro. Schiaffoni alla miseria imperante in Italia di questi tempi? Transeat. Anche perché l’evento indiano porta soldi a Firenze. E li lascia lì: gli indiani non sono come i cinesi,che spediscono a casa tutto quello che guadagnano in Italia. Il costo dell’evento nuziale è pazzesco, ma alla portata di Aloke Lohia, il papà di Aradanha, la sposa bella e gentile anche lei. Il genitore è un magnate della plastica, titolare di un patrimonio miliardario. Aradanha Lohia e Kevin Sharma hanno scelto di unirsi in matrimonio a Firenze. La festa delle nozze comincia oggi. Il programma prevede tre giorni di follie in città. Il ricco matrimonio indiano porta ricchezza anche a Firenze, che in questo momento ne ha bisogno come il pane. Duecentocinquanta sono i fiorentini che hanno trovato lavoro in questa ghiotta occasione. Autisti, hostess, giovani e meno giovani impegnati in mansioni varie, nella tre giorni delle faraoniche nozze.
Al lavoro anche 250 indiani. Il regista dell’evento miliardario è il babbo di lei, Aloke Lohia. Nero di capelli e di baffi, gli occhi che non si perdono nulla, attenti a tutto, le maniere decise. Parole che sono ordini da eseguire immediatamente. Gli ospiti sono 600, comprese le star di Hollywood e gli artisti indiani. Rappresentano, nella loro interezza, un potenziale enorme beneficio per Firenze: scontata l’invasione dei ristoranti, certa la loro presenza in boutique, oreficerie, negozi, botteghe. Gli ospiti occupano per intero il St. Regis e l’Excelsior, uniti da un tendone, protetti da una cinta di siepi impenetrabili che funge da grande e preziosa lobby. Gli amici degli sposi dimorano a Villa Medici e a Villa Cora. Ad occhio, anche alcuni alberghi di Firenze ricevono importanti benefici dal ricco matrimonio indiano. Otto milioni servono appunto a pagare hotel, catering, wedding planer, ditte. Queste sono quasi tutte del territorio, come da accordi presi dal miliardario Aloke Lohia con il Comune di Firenze. Un affare anche per Palazzo Vecchio.
L’amministrazione comunale incasserà 200mila euro per l’occupazione di suolo pubblico, 25mila di tasse di soggiorno, 75mila verranno versati sotto forma di restauro delle fontane del Tacca in piazza della Santissima Annunziata. Un business, un affare anche per l’amministrazione comunale, sempre al verde a Firenze come nel novanta per cento delle città italiane. Le piante necessarie per l’arredo sono un dono della città. Gli invitati al ricco matrimonio indiano sono 900. L’evento ha rivoluzionato il traffico e le abitudini dei cittadini di Firenze. Comunque contenti albergatori, ristoratori, bancarellai. Alla cena di famiglia, giovedì sera, con i Lohia hanno partecipato 60 invitati. Ieri mattina il primo info meeting nei gazebo di piazza Ognissanti: cibi e bevande gratis 24 ore su 24. La cena di benvenuto nel cortile di Palazzo Pitti ha avuto come arricchimento una scenografia con tanto di costellazioni e una coppia di elefanti con le proboscidi alzate, secondo i dettami dell’arte indiana. Una composizione alta cinque metri e, sotto il loggiato, un gigantesco specchio con le immagini degli sposi. Sulla spianata di Palazzo Pitti, in mezzo a gruppi di fiorentini curiosi e gruppetti di turisti impegnati solo ed esclusivamente a prendere il sole, due torri mascherate con teli dipinti a bugnato. Gli sposi sono arrivati in limousine. Oggi il rito dell’hennè, durante il quale vengono dipinte le mani.
Al Teatro della Pergola sono state tolte 400 poltrone della platea per consentire lo svolgimento della cena e del ballo. E domani il gran giorno a Villa Le Corti, a San Casciano. Aradhana e Kevin potranno unirsi in matrimonio. Un sì regale, ricco, sfarzoso. Gli sposi sono venuti più volte a Firenze negli ultimi mesi. Hanno girato per trattorie e svaligiato le collezioni dello stilista Ermanno Scervino. Si sono incantati davanti alle sarte e alla ricamatrici. In queste ore che mancano alla cerimonia nuziale guideranno gli ospiti da Ferragamo, Cavalli, Ricci: non se ne perderanno una. Faranno innanzitutto tappa da Luisa via Roma, che ha inventato per l’occasione la Indian Privilege Card. Valida due mesi anche online. Floralia si è interessata della fornitura e degli addobbi delle piante. Per i fiori c’è un divo parigino, monsieur Eric Chauvin, le maitre. Focus si occupa delle luci. Enic Meetings&Events ha la delega per alcuni aspetti dell’organizzazione. Ma chi sono gli chef? Guido Guidi e Salsa di Pisa coordinano i cuochi di tutti il mondo agli ordini di Ritu, un’indiana. Sembra una cosa di un’altra epoca, un vezzo dei tempi dei sultani. Invece è il matrimonio indiano celebrato a Firenze, tre giorni di lusso e sfarzo. Un evento da otto milioni di dollari, alla faccia dei disagi italiani. Ma anche un grande vantaggio per Firenze, sposa per tre giorni con il benessere. Basta chiudere gli occhi e non pensarci su, in mezzo al diluvio di fiori arrivati dall’Olanda.
































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