Michele ha sentito vagire. Alberto l’ha aiutato a tirare fuori quel fagotto dal bidone. Il primo fa il barista e aveva appena parcheggiato in un garage in via Carbonara, vicoletto nel cuore di Bologna. Il secondo del garage e’ custode. Insieme, hanno aperto la cerniera che chiudeva la sacca di iuta, hanno visto il sangue sugli stracci che avvolgevano il minuscolo corpo. E hanno capito: quello che pensavano fosse un animale, era un piccolo essere umano, vivo.
Una bimba appena nata. Hanno chiamato i soccorsi, l’hanno tenuta al caldo. Era mezzogiorno e solo piu’ tardi hanno realizzato che l’avevano salvata: la neonata, partorita da poche ore e gettata in un cassonetto, a due passi da via Indipendenza, dietro alla Curia e di fianco alla Caritas, e’ stata portata all’ospedale Sant’Orsola. E’ in una culla termica, pesa 2,8 kg e i medici dicono che e’ fuori pericolo, le condizioni sono ‘di non immediata gravità.
Ora si cerca la madre, e chiunque abbia lasciato la piccola nell’immondizia. La squadra Mobile, coordinata dal pm Stefano Orsi, ha subito perlustrato le strade attorno e ha acquisito le immagini delle telecamere. ‘Procediamo per tentato omicidio’, ha spiegato il procuratore aggiunto e portavoce della Procura Valter Giovannini, che ha invitato la donna a ‘presentarsi al pronto soccorso per essere assistita, potendo ella stessa soffrire di postumi seri post-parto’. Quanto avvenuto, ha aggiunto, ‘e’ un atto di grande crudeltà’.
La bambina aveva il cordone ombelicale strappato, non annodato. Elemento che dice che non e’ stata fatta neppure la piu’ elementare operazione per evitare che perdesse sangue. Era poi chiusa ermeticamente nella sacca: chi l’ha abbandonata non voleva che fosse recuperata. Anche perche’ via Carbonara e’ una stradina al massimo di trenta metri, in mezzo ad un intrico di viuzze per lo piu’ pedonali, poco distanti dall’ex Ghetto. Qualche ufficio, ma di sabato mattina non ci sono particolari motivi per percorrerla. C’e’ pero’ un grande garage, ‘San Pietro’, come la vicina cattedrale. Michele Campaniello ha un bar in zona e aveva parcheggiato li’, come fa spesso. ‘Uscendo, ho sentito come dei guaiti, ho pensato che fosse un piccione o un cucciolo’. Cosi’ ha chiesto aiuto ad Alberto Grossi, che nel garage lavora. Dopo che avevano aperto la sacca e capito che di fronte non avevano un piccolo di cane o di gatto, ma un bambino vivo, che piangeva, hanno dato l’allarme e l’hanno messo al riparo. ‘Una sensazione bruttissima, ma anche bellissima, allo stesso tempo’, l’ha descritta Michele. L’ambulanza e’ arrivata in pochi minuti. Poco dopo hanno saputo che era una femminuccia, nel pomeriggio che stava bene. ‘Siamo esterrefatti, quello che e’ avvenuto e’ triste. Anche perche’ in citta’ le tutele ci sono, c’e’ sensibilita’ da parte di tutti’, ha commentato il direttore della Caritas diocesana Paolo Mengoli. Conferma il Garante nazionale per l’Infanzia, Vincenzo Spadafora, definendo il gesto ‘incomprensibile’: ‘lascia sgomenti’, una madre in difficolta’ per la nascita ‘puo’ ricevere aiuto’. Per il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ‘si e’ trattato di un atto di inaudita gravita’ e violenza’, negli ospedali ‘esistono equipe di professionisti sociali e sanitari in grado di accompagnare le donne’, che ‘possono fare una scelta di non riconoscimento del bambino, senza nessuna conseguenza e tutelando la salute propria e del bambino’.
































Discussione su questo articolo